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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT regia di Gabriele Mainetti

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GianniArshavin     8½ / 10  11/06/2016 17:34:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Durante la visione di Lo chiamavano Jeeg Robot sono tornato indietro di anni , sono stato catapultato dalle immagini , dai suoni e dalla storia direttamente nel periodo d'oro del cinema di genere italiano , quel periodo in cui con pochi mezzi si riuscivano comunque a realizzare pellicole divertenti e intelligenti.

Al suo debutto al cinema Gabriele Mainetti dimostra talento e passione , andando a dirigere con basso budget un cinecomic tutto italiano che da tre giri ai miliardari cugini americani. Pur basandosi su idee già viste , il film ha una sua identità e una storia che fra citazioni , ironia , dramma e superpoteri tiene incollati allo schermo ed emoziona in più punti.

Tecnicamente la pellicola è curata in ogni dettaglio , dalla regia alle location, senza dimenticare gli spartani ma efficaci effetti. Per quanto riguarda gli attori i tre protagonisti fanno a gara di bravura , e non sfigurano nemmeno i comprimari.

Narrativamente , Mainetti imbastisce una storia avvincente , condita da vari elementi e piena di spunti. Il regista utilizza la figura di Jeeg per raccontare di un ladruncolo di bassa lega alienato da tutto e da tutti che per un caso fortuito svilupperà dei poteri incredibili che lo porteranno ad aiutare una sua vicina di casa, una ragazza dal passato sofferto che identificherà il suo mito, Hiroshi Shiba , nel taciturno ex ladro.
Da questa base Mainetti tratta varie tematiche tutte con intelligenza e tatto , coinvolgendo lo spettatore in un turbinio di emozioni non indifferente.

Non mancano delle piccole sbavature , ma Jeeg mi ha proprio conquistato , non volevo che finisse malgrado le due ore di durata. Lo consiglio vivamente e spero che Mainetti e tutto il cinema italiano proseguano su questa strada per risollevare definitivamente la nostra cinematografia.