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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT regia di Gabriele Mainetti

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Jolly Roger     9 / 10  20/03/2016 21:54:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mio voto non è campanilistico, non c'entra niente il fatto che il film sia ambientato a Roma (città dalla quale sono distantissimo), né c'entra il fatto che si parli di uno dei miei cartoni preferiti dell'infanzia, il mitico Jeeg.

Quattro motivi per cui bisogna andare a vedere questo film:
1) LA PASSIONE che il regista ha profuso è straordinaria, tanto grande che ha contagiato tutti, soprattutto i tre attori principali;
2) LE EMOZIONI che trasmette sono forti e diversificate – tristezza, dolcezza, stupore…si piange, ci si commuove, ci si esalta, tutto nello stesso film;
3) E' UNA NOVITA' nel panorama italiano. Negli anni 70 e 80 non sarebbe stato inusuale produrre un film come questo. Oggi sì, perché non abbiamo più un'industria cinematografica in grado di finanziare e produrre del buon cinema. L'abbiamo distrutta per la mancanza di domanda interna. Dopo vent'anni di cinepanettoni, in cui l'unico intrattenimento "serio" sono stati dei mattonazzi sinistri ed intellettivamente banali per un pubblico di pseudo-intellettualoidi radical-chic, o reality shows per lobotomizzati, programmi tv di livello triviale con conduttrici semisvestite che si rivolgono a noi come se avessimo un cervello da bambini di tre anni…
Basta, è ora di chiedere qualcosa di meglio.
4) I PERSONAGGI sembrano usciti dalla penna di un grande scrittore. Così articolati e veri, tutti e tre: il buono (ma non totalmente buono!), il cattivo (ma simpaticamente fallimentare ed attaccabrighe), e Lei, a prima vista una ragazza autistica ed emotivamente danneggiata, ma con una grande umanità e saggezza nascoste sottopelle, di gran lunga il personaggio più profondo del film.

Chi non andrà a vedere al cinema questo film, non si lamenti più del fatto che il cinema italiano non è più quello che era negli anni 70 e 80.
Non incolpi la distribuzione, o il pubblico retrivo, o il simpatico (e meritevole) zalone, o i gombloddi.
Incolpi sé stesso.
Taccia e basta.
E' solo colpa di chi non domanda film come questi il fatto che film come questi non ci siano offerti.
Film che ricordano il grande cinema nostrano, fin dal titolo: quel "lo chiamavano Jeeg Robot" che tanto evoca il "lo chiamavano Trinità" dei tempi nostri. Non ci si stupisca delle gesta di Jeeg Santamaria, così come non ci stupivamo di Trinità, quando disarmava un avversario ferendolo alla mano sparandogli all'indietro, senza vederlo.

Ci sono scene, qui, che non si vedevano da anni in una pellicola italiana. Che culminano con quell'incredibile scena, una delle più grandi che io abbia mai visto…
quella introdotta da quel beffardo:

"BUONDI'!"

Fantastico.
Per me questo è il film dell'anno.
Grazie al regista.
-Uskebasi-  01/04/2016 03:03:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pòsto la sfilza di commenti e noto che su 3 poco prima avevi commentato tu, ovviamente con lo stesso parere.
Ma lo sai che non giurerei di aver capito a quale scena ti riferisci nel finale? Non mi ricordo il Buondi. Intendi proprio sul colosseo?
Jolly Roger  01/04/2016 09:20:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao, è sempre una bella sorpresa quando ti fai un giro qui su fs. Ora mi leggo con calma i tuoi commenti.

la scena del "Buondì" secondo me non l'hai riconosciuta perchè l'ho detta male e così trae in inganno. Non intendevo che è nel finale ma che è il punto milgiore:


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-Uskebasi-  01/04/2016 14:26:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah certo, bellissima. Non ricordavo il dettaglio del saluto, ma stavo pensando alle ultime scene.