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AVE, CESARE! regia di Joel Coen, Ethan Coen

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  11/03/2016 01:57:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niente da dire, giu' il cappello ancora una volta per i Coen...mi sento in colpa a regalare l'ennesimo voto alto per una stagione cinematografica che se continua così (siamo appena
a Marzo) restera' negli annali della storia del cinema per la sua altissima qualita'. Dunque, eccoci a celebrare un cinema che resta il degno erede - e non si tratta di esagerazioni a riguardo - di Hawks e Billy Wilder, con le dovute distanze temporali, ovviamente. Tra Wilder e i Monti Python inglesi oserei dire. Parodia e farsa sulla Hollywood degli anni d'oro, irresistibile perche' il gioco della scoperta tra vero (gli attori realmente esistiti tipo Wallace Beery) e falso (nomi celebri storpiati o inventati) e' irriverente come la nostalgia di rivedere un film di Abraham Polanski (non Roman) o George Stevens. I Coen prendono abilmente in giro Esther Williams con i suoi trionfi acquatici (la Johansson), i musical di Fred Astaire e di Busby Berkeley - ehm mi sembra che la coreografia dei marinai sia presa da "Seguendo la flotta", e i Peplum. Clooney e' in questo senso davvero esilarante come Ramon Navarro rapito dai comunisti in cerca di riscatto morale ed economico! La prima parte e' letteralmente prodigiosa, per chi ama anche Quel tipo di cinema, soprattutto il dualismo tra le "pettegole" sorelle con la Swinton che interpreta una specie di Elda Maxwell giovane. Secondo me e' difficile valutare il film oltre i confini della farsa, a meno che non si capisca quanto la critica al potere delle Major possa essere quantomai attuale, contemporanea...e credo sia difficile per un pubblico giovane apprezzare una splendida commedia che per quanto abbia "il tocco dei Coen" (pensiamo a Barton Fink) non puo' credere che tanti sappiano individuare quel periodo del cinema d'oro, e capirlo. E non sara' il vertice della loro produzione, ma resta una stilosita' un gusto per l'assurdo - cfr. La scena del sottomarino come in un film di propaganda (anti) bellica - che non sfiora mai il manierismo, celebrato con una classe immensa che e' tipica del cinema dei migliori autori di commedie del mondo. Chapeau