kowalsky 8½ / 10 05/08/2006 11:58:03 » Rispondi Attraverso i riti di ieri e quelli di oggi, Fellini crea un manifesto affascinante anche nei suoi aspetti piu' convenzionali, anzi è abilissimo ad evocare quei luoghi comuni della capitale (pastasciuttara, caciarona, chiassosa e sopra le righe) senza mai esaltarli. Il film diventa così un puzzle solo apparentemente conservatore cfr. i post-rivoluzionari intervistati à la Pasolini/Godard ne disprezzano il binomio (anti)borghese - e ricco di momenti scenografica esaltanti. Come la rievocazione affettuosa della rivista degli anni d'oro, in piena guerra mondiale, l'apparenza (e la succinta bellezza) di una pin-up nostrana, la cartapesta a rivestire i parametri di spettacolini risibili e retorici ma profondamente segnati dai tempi. Come lo sguaiato defilè delle prostitute pronte a risollevare il morale dei soldati partiti per il fronte Come la galleria (vernissaige?) dell'abbigliamento Vaticano, dove pervade la luce abbacinante del trionfo dell'apparenza, dello spettacolo visivo, rispetto al tramonto secolare della Vera Fede In piu', l'omaggio ad Anna Magnani (icona dimenticata o plagiata?), mentre chiude la porta della sua dimora (e paradossalmente lo fa per sempre) e qualche cameo di prestigio (Sordi, Mas*****nni etc.). E' un bellissimo documentario, se preferite, con quell'invasione caotica e deflagrante del traffico cittadino, in una città che ha perduto il gusto della rappresentazione plateale di sè Oppure è (ancora) un vero script, con una sceneggiatura scritta da quel popolo romano che proprio Pasolini rimpiangeva, e che forse - pur nell'abnorme divario culturale e cinematografico dei due autori - li accumuna per la prima e unica volta