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LAND OF MINE - SOTTO LA SABBIA regia di Martin Zandvliet

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  07/10/2016 10:28:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la Danimarca si impegnò a sminare le proprie coste occidentali, erano infatti numerosi gli ordigni posizionati dalle truppe di Hitler per contenere un possibile sbarco alleato. Per fare ciò, in barba alla Convenzione di Ginevra del 1929, vennero impiegati prigionieri di guerra, in molti casi giovanissimi (si parla di ragazzini di 13/14 anni). Mal nutriti, costretti a condizioni igienico-sanitarie penose, addestrati in maniera approssimativa, finirono col morire in parecchi di stenti o -in misura maggiore- dilaniati dalle mine.
In "Land of mine" si erge potente il livore nei confronti di un popolo reo di atti aberranti. Il ruolo di vittime e carnefici si ribalta, con il tracotante odio del Sergente Rasmussen a simboleggiare il desiderio di rappresaglia di una nazione intera. Ad andarci di mezzo dei poveri innocenti, reclutati quando l'armata del Terzo Reich era ormai allo sfacelo, spediti al fronte come estremo atto di disperazione.
Martin Zandvliet relega i suoi personaggi in una sorta di limbo suggestivo, un panorama marittimo di selvaggia bellezza contrastante con il dramma vissuto giorno dopo giorno sulla battigia. Del resto il film di contrasti vive, a partire dal personaggio del supervisore, un sottufficiale rancoroso e freddo, un bastardo di prima categoria che però lentamente cambierà il suo atteggiamento una volta conosciuto il tanto odiato nemico. Il rendersi conto di avere di fronte poco più che bambini, l'avvicinamento al loro mondo fatto unicamente di bisogni primari, paure e speranze, lo costringeranno ad un approccio molto più umano e comprensivo.
La pellicola racconta la vera e poco edificante storia di un paese ancora scosso in cerca di vendetta, Zandvliet dirige molto bene sfruttando una fotografia splendida e limitando i dialoghi nella giusta misura. Purtroppo a tratti cerca la compassione e la lacrima in maniera abbastanza retorica ed al tempo stesso riesce solo in parte a portare a galla la tumultuosa angoscia dei suoi personaggi.
Piccoli difetti a parte il film è da vedere: importante e coinvolgente, soprattutto basato sull'ennesima folle conseguenza generata da quell'orrore che è la guerra.