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DOLLS regia di Takeshi Kitano

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Kymmy     10 / 10  09/07/2010 10:59:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La morale pessimista e disarmante di questo film immenso è che noi siamo solo delle bambole, siamo incapaci di decidere il nostro destino, perchè è egli che 5ncombe su di noi, portandoci a compiere, passo dopo passo, la nostra esistenza tormentata. Straordinario il valicamento delle quttro stagioni da parte dei due giovani innamorati sawako e matsumoto (primavera: sakura in fiore, abiti gialli e verdi - estate: malinconia, abiti freddi su rotaie deserte illuminate da un sole che spira - autunno: alberi rossi dalle foglie accese, abiti grigi e rosso carminio, infine inverno: neve candida, abiti blu e bianchi, grigiastri e rossicci, molto pesanti) fino ala fine di tutto. E anche per la donna eternamente volta verso un'attesa destinata a non avere mai fine e la pop-star (bellissima Kyoko Fukada!) rimasta sfigurata, avrà il sopravvento la solitudine. Sono tre storie di amore eterno, ma anche sul senso della vita, quest'ultima troppo spesso non dalla nostra parte.. Con gli ingredienti tipici della poesia più sofisticata di un Takeshi Kitano mai così fine e stilizzato, ovvero: passione, sceneggiatura essenziale, fotografia inarrivabile, affidamento a sguardi e movimenti, leggiadra e delicata direzione degli attori, recitazione superba, impeccabile uso di luci e colori, elementi simbolici della poesia nipponica, grandioso esempio di teatro bunraku e indescrivibile retrogusto agrodolce, il film può essere ritenuto come qualcosa al di sopra di noi stessi, troppo grande per un misero voto, troppo poetico per una sola etichetta, un capolavoro ineguagliabile fondato sulle sensazioni e il cuore, sull'amore e la forza che ci unisce, e una volta sgretolatasi, ci fa morire. Ogni oggetto, ogni parte della natura e della fisicità sono importanti e animati di luce e purezza: gli angioletti di porcellana immacolati, i fiori di molti colori, una pallina rosa fonte di intrattenimento schiacciata sotto le ruote di un'auto, le girandole che si muovono al passaggio dei giovani, le maschere spaventose che caratterizzano gli incubi della povera Sawako, ma anche la distruzione di un castello umano è illustrato in Dolls, distruzione di storia, di ricordi, di emozioni, sentimenti troppo forti da abbandonare e che preferiamo trascinarci dietr6 sino alla morte, simboleggiati da una foglia d'acero rosso che cade increspando lievemente l'inquietnte trasparenza di un'acqua troppo pura per essere vera, per essere natura, per essere vita. Ogni cosa in questa sublime opera d'arte è importante, ogni cosa può essere metafora, può essere simbolo d5 ciò che caratterizza la nostra esistenza. Per Kitano tutti sono colpevoli, tutti hanno qualcosa di cui soffrire. Tutti soffrono in questo film, da chi muore a chi è condannato all'eterna infelicità, all'eterna solitudine, alla vita che quel destino cattivo ci riserva, quel destino che si è già inebr5ato di ciascuna delle nostre vite e solo lui sa dove ce le porterà.

Indescrivibile più di così, un immenso capolavor6, arte pura senza te0po, il mio fil preferito di Kitano e uno dei miei personali in assoluto. Non so se tutti possono capire una tale poesia, un tale senso di smarrimento illustrato con audacia e maturità, ma di sicuro non è un film che può rimanere inosservato. Da vedere assolutamente. Un film pieno stile Kitano di rara bellezza figurativa e per chi ama il genere sarà una pietra preziosa. Sublime.