emans 6½ / 10 11/05/2016 12:30:56 » Rispondi Dopo il sorprendente "L'amore che resta", Van Sant torna ad occuparsi di quel legame tra amore e morte che accompagna i protagonisti di questi due film. In questo secondo caso una foresta è la metafora del purgatorio (esiste per davvero questo terribile luogo!) dove ci si trova a dover prendere una decisione quasi finale sulla propria esistenza. Diciamo subito che il "giochino" di Van Sant dura poco, sbaglia a creare enfasi dietro ad un finale che risulta molto prevedibile da molto tempo. Niente di originale quindi ma raccontato bene come c'era da aspettarsi. Una tirata d'orecchi pero' la devo fare...