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LA PAZZA GIOIA regia di Paolo Virzì

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ferro84     8½ / 10  25/07/2016 12:24:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Virzì è attualmente uno dei più grandi cineasti in circolazione, parimerito con Garrone, Sorrentino o Tornatore, purtroppo però non riesce ad arrivare a conquistare il cuore degli addetti ai lavori, venendo relagato sempre ad un gradino più basso.

Il suo cinema è molto semplice, spontaneo ma ricco di significato e umanità, cosa non sufficente a quanto pare per arrivare ad avere la credibilità dell'autore.
"La pazza gioia" è Virzì in tutto e per tutto, ed in tutto e per tutto non vuole essere autoriale ma reale.
C'è tanto cinema in questi film, in primo luogo abbiamo la scrittura di due personaggi veramente straordinari, ed è innegabile la fascinazione che si prova per il personaggio di Beatrice, unico e cucito su misura sulle straordinarie doti della Bruni Tedeschi.

Brava ma offuscata la Ramazzotti che comunque, va detto, essere cresciuta tantissimo grazie al suo compagno.

Quello che rende unico questo film nel panorama italiano è la sua mancanza di autorialità e di fracassamento di ******** che tanto amano i nostri pseudo-autori.
A Virzì non frega una cippa del sistema giudiziario italiano, non frega niente delle storture delle misure terapeutiche dei malati di mente, della mancanza di fondi o della corruzione dei ricchi, a Virzì ha ben chiaro quello che è importante in un film che parla della malattia di mente: la malattia di mente.

Ci propone storie tristi di vite distrutte dalla malattia, dalla condanna sociale legittima che si portano dietro ma anche dagli stati d'animo di chi non può gestire la propria vita. Ci immedesimiamo in queste donne che non possono fare la vita che vorrebbero perchè non ne sono capaci, nessuno può aiutarle, anzi la società le respinge e non perchè brutta e cattiva ma semplicemente perchè non si può fare altrimenti.
Esistono persone che però sanno prenderle a cuore, che svolgono il loro lavoro con passione ma il dramma è sempre lì e nessuno può farci niente.

Emerge però il valore dei sentimenti, del mutuo soccorso, che anche nella follia diventa sempre l'unica ancora di salvezza.
Purtroppo certe cose vanno lette tra le righe, non c'è il didascalismo che tanto amano i tromboni da festival e Virzì resta lì, troppo sottovalutato ma a quanto pare non sembra farsene un cruccio.