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THE NEON DEMON regia di Nicolas Winding Refn

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Thorondir     8 / 10  13/05/2017 10:29:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Refn si conferma un regista raro nel panorama odierno. The neon demon non è solo trionfo dell'immagine su tutto il resto, non è solo il ritorno alla prima e più pura forma della settima arte, proprio l'immagine, è soprattutto un affresco dell'importanza esteriore nell'epoca dell'estetizzazione di ogni cosa, nell'epoca degli specchi e del volersi diversi (quante immagini nel film sono rese attraverso gli specchi?). D'altronde come dice una delle modelle "nessuno ama se stesso così com'è" e il desiderio, la pulsione della bellezza, porta al narcisismo assoluto, alla negazione sentimentale e appunto al trionfo dell'immagine da anteporre alla realtà esterna. L'occhio vuole la sua parte si dice. Il finale ricollega un cerchio che Refn aveva aperto sia concettualmente che formalmente e stilisticamente. Si potrebbe continuare a lungo sul senso profondo che Refn ha cercato di dare al film, dipingendo Jesse più come una carnefice che una vittima, ma mi limito a sottolineare lo straordinario connubio tra suoni e immagini (la scena del night club è estasi pura) e un utilizzo della fotografia talmente massiccio e formidabile da sembrare un vero e proprio personaggio aggiunto.

A questa positività diffusa si aggiunge ciò che per me è meno importante in un film, cioè la scrittura rispetto all'immagine. Refn conferma ancora i problemi di sceneggiatura che aveva già dimostrato in Drive e Solo dio perdona: non tanto delle storie incapaci di farsi veramente carne dell'opera, quanto banalità di scrittura proprio a livello di dialoghi, situazioni, svolte di trama. In ciò forse non viene aiutato dalle sue attrici, troppo "impostate" e finte per riuscire a dare reale fluidità allo screentime che Refn dedica alle parti più canoniche e dialogate. Un peccato che forse ho visto solo io, ma che si perdona ad un film di questo tipo.

Refn può piacere o no, può sembrare piacione o genio, ma l'unica cosa certa che si può dire di lui è che nel mercato di oggi (perchè questo è) è uno dei pochi rimasti che cerca ancora di fare cinema.