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DAUNBAILO' regia di Jim Jarmusch

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hghgg     9 / 10  29/11/2015 21:02:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei film della mia vita. Anche se non è nemmeno il mio preferito in assoluto di Jarmusch è probabilmente il suo film più rappresentativo, quello che racchiude meglio il suo stile, le sue idee di cinema, la sua poetica. "Daunbailò" è il film che mi sentirei di consigliare, per quanto non di facilissima fruizione, ad un neofita del regista perché "Più chiaro di così, nun se pole". Qui c'è tutto Jarmusch e al meglio di se.

Qui poi c'è un trio di attori protagonisti che è una bomba, assortiti a meraviglia e con un'intesa clamorosa che sfocerà da qui in una solida e duratura amicizia che dura ancora oggi.

Roberto Benigni, Tom Waits, John Lurie.

Lurie già amico di Jarmusch da anni, protagonista di "Stranger Than Paradise", grande musicista, sassofonista e autore, compositore anche di questa colonna sonora. I due si intendono a meraviglia, scontata la sua presenza qui.

L'anno precedente Lurie aveva suonato il sassofono in un brano ("Walking Spanish") di uno dei capolavori assoluti di Tom Waits "Rain Dogs". Waits si era già dilettato come attore in alcune particine, e per cosa e per come, alla fine al duo Jarmusch-Lurie si unisce anche l'immenso e infinito cantore del lato sbagliato della strada, quello presente in questo film d'altronde. Nascerà anche tra Jarmusch e Waits un sodalizio importante, ritrovato in"Mistery Train" "Night on Earth" e nel corto con Iggy Pop presente in "Coffee And Cigarettes".

Come ci sia finito qui Benigni invece non lo so, ma c'è e tanto mi basta. L'irriverente comico toscano all'epoca in forma smagliante regala la migliore interpretazione della sua carriera, tanto credibile pur essendo sempre se stesso, semplicemente Benigni, a ruota libera, a briglie sciolte. Un Benigni comicamente malinconico, ovviamente si inventa tanti momenti divertenti nel corso del film, l'aumento di ritmo rispetto a "Stranger Than Paradise" prima della sequenza dell'evasione è dato praticamente solo dalla sua presenza.

E Benigni finisce a trascinare nel suo vortice anche i due co-protagonisti. Con il suo maccheronico accento che diverte già di per se.

Tom Waits di suo, al primo ruolo importante come attore, ci mette una presenza scenica e un carisma naturale davvero impressionante oltre ad un certo talento nel recitare, che d'altronde Waits è sempre stato tanto attore nella sua musica, soprattutto negli anni '80 visto che proprio nel 1986 a teatro debuttava con il suo spettacolo (poi divenuto disco strepitoso), assieme alla moglie e musa Kathleen Brennan, "Frank's Wild Years". Non c'è da stupirsi che qui sia tanto bravo. Ciondolante, cupo, scimmiesco, amareggiato è un Waits meraviglioso che come sempre è ciò di cui canta e scrive e ulula. Ripeto ha un magnetismo e una presenza scenica pazzeschi.

John Lurie dei tre è il meno capace a fare l'attore ma si conferma in realtà un carattere e un volto azzeccatissimo perfettamente in parte e lavora con grande complicità e divertimento assieme a Waits e Benigni.

La direzione di Jarmusch è superba visto l'affiatamento con i tre.

Per il resto è un classico canovaccio di Jarmusch, una sceneggiatura semplice, una storia che più banale non si può eppure "Daunbailò" è anche uno splendido ritratto di tre reietti, tre dimenticati, tre personaggi ai bordi, un po' alla Jarmusch e un po' alla Waits. Solitudine che sfocia in complicità, due caratteri americani che non si sopportano uniti dall'esuberanza qui un po' malinconica di un toscano irriverente.

Jarmusch ci regala degli straordinari titoli di testa, accompagnati proprio da uno dei grandi (e all'epoca, fresco fresco) capolavori di Tom Waits "Jockey Full of Bourboun". E una parte finale piena zeppa di grandi scene riprese tutte con il suo stile inconfondibile che amo davvero. La scena dell'evasione, tutta la parte nella palude, la parte in cui i tre si dividono (quella di Benigni e il coniglio in pratica) e ognuno parla da solo, il primo incontro tra Bob e Zack ("It's a sad and beautiful world" dice Benigni a Waits con il suo zoppicante inglese, prenderà spunto Mark Linkous per i suoi Sparklehorse con una canzone di immensa bellezza) mentre quest'ultimo se ne sta li a canticchiare ma Waits anche quando canticchia CANTA. Poi la rissa tra Zack e Jack, il bellissimo finale al bivio con Lurie e Waits meravigliosi, il racconto di Bob del suo omicidio, la scena devastante in cui Waits fa il verso a Benigni e al suo americano maccheronico ("So Bob, for why you are in this prison put ?" MI sono strozzato dal ridere).

Infine l'estro di Benigni e Jarmusch ci regala la scena delle scene di "Daunbailò" quella da annali, la gag/gioco di parole "I scream, you scream, we all scream for ice scream". Guardate cos'è quella scena, incredibile, una forza micidiale, divertentissima, irresistibile vortice che coinvolge tutto il braccio del carcere e in primis i due compagni di cella, scatenati nel canto del gioco di parole, alla fine il vocione di Waits sbraita "I screamyouscreamweallscreamforicescream". Potere di Roberto Benigni.

Bellissima poi la parte finale nella casa/locanda in mezzo al nulla e indovina chi c'è... Nicoletta Braschi, dietro al marito pure qui e stavolta è un film di Jarmusch cavolo. La miglior Nicoletta Braschi di sempre, è piacevole, c'è poco e quando apre bocca non ti viene voglia di ubriacarti come il buon Tom negli anni '70. E parla inglese un po' meglio del marito. Quella è una parte bella per l'intesa che c'è tra i quattro che infatti son diventati tutti amiconi (e la Braschi infatti mi sta simpatica assai), nella mia testa mi immagino cene a quattro Waits-Brennan-Braschi-Benigni, mentre John Lurie un anno dopo questo film ha scritto un pezzo per loro due "Bob and Nico". Il che rende la visione di quelle scene ancora più piacevole per me, sa molto di intimo, spontaneo (il brindisi di Waits "A Bob e Nicoleta" XD). Una coppia simpatica insomma. Vabè l'innamoramento tra i due, lui che resta li avviene tutto in 30 secondi, a caso, perché il finale fiabesco tra Bob e Nico, direbbe Lurie, l'ha voluto mettere pure Jarmusch.

Insomma una bella listona di grandi scene, un film indipendente di sopraffina scrittura, una fotografia splendida e un altro grande b/n e la regia con quello stile quieto e ciondolante tipico di questo "guru" del cinema indipendente americano che guadagna ritmo e maggiore consapevolezza e maturità rispetto al pur bellissimo film precedente.

"Daubailò" canto dei Raindogs, capolavoro del cinema, film intoccabile per il sottoscritto. Eppure Jarmusch si supererà ancora dopo di questo, negli anni '90.