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TOMMASO regia di Kim Rossi Stuart

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Misialory     7 / 10  08/09/2016 22:27:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ero molto curiosa di vedere questo "Tommaso" che ha avuto una lavorazione piuttosto lunga (a giudicare dai primi cast risalenti al 2014). KRS si ripresenta in veste di regista dopo 10 anni dalla sua prima esperienza e anche questa volta attinge ampiamente dalla sua storia personale e crea una continuità tra i due film nel rapporto tra madre e figlio. In "Tommaso"il bambino di "Anche libero va bene" è cresciuto e da adulto rivolge alla madre ormai anziana frasi di insofferenza e disprezzo che culminano nella domanda che evidentemente voleva farle da tempo "come hai potuto lasciarci, come riuscivi a dormire la notte?". Il bel Kim ha realmente vissuto l'abbandono da bambino che deve aver profondamente segnato la sua vita e il rapporto con l'altro sesso. E' proprio questo il tema centrale del film: un quarantenne che non trova un equilibrio e che anche in una relazione apparentemente stabile e soddisfacente trova il difetto e l'imperfezione che fanno crollare tutto, all'improvviso. Tommaso è un incompreso dalle donne ad allo stesso tempo ne è fortemente attratto (come dimostrano le scene di sesso onirico). Sbaglia i tempi, sbaglia gli approcci, non riesce a condurre le relazioni ma le subisce ed arriva ad idealizzare (rappresentandola nei suoi pensieri come una dea che porta nel ventre il figlio tanto desiderato) una giovanissima e impertinente cameriera (brava Camilla Diana) che i romani definirebbero molto semplicemente "una coatta di periferia".
KRS è innanzitutto un bravo attore e lo ha ampiamente dimostrato. Centellina la sua presenza scegliendo con cura film e interpretazioni : dimostra di essere davvero molto severo con se stesso e coerente con la sua filosofia (ad eccezione di una commedia di basso profilo interpretata in Francia che non penso verrà mai distribuita da noi). In questo suo film nella costruzione del personaggio di Tommaso c'è molto di Moretti, un'ispirazione alle psicosi di Woody Allen e un pizzico di romanità spassosa alla Alberto Sordi (c'è una precisa scena tra madre e figlio che ricorda il grande attore romano). Come detto ampiamente nelle recensioni giornalistiche, KRS si mette a nudo e affronta con coraggio le sue debolezze e la sua inadeguatezza (si spera appartenenti ad un passato ormai risolto). Ammettendo che questo sia davvero un film autobiografico (e viene da pensare di si conoscendo la sua storia personale) quale incredibile divario c'è tra il sex symbol così tanto amato dalle donne e questo problematico quarantenne in cerca di una sana normalità.

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