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AMICI MIEI ATTO II regia di Mario Monicelli

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Spotify     8½ / 10  14/04/2018 21:02:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grandioso sequel del primo, indimenticabile, "Amici Miei".
Monicelli con questo secondo capitolo, continua sulla falsariga del film precedente. Ritroviamo il famigerato gruppo di amici, il quale continua imperterrito, anche dopo la morte del Perozzi, a commettere le "zingarate".
Ci sono però due cambiamenti sostanziali in "Amici Miei - Atto II": il primo è che il Necchi non è interpretato più da Del Prete ma da Renzo Montagnani, il secondo è l'aumento, a parer mio, della drammaticità. C'è da dire infatti che, benché siano sempre numerose le gag comiche, si ride comunque un po' meno rispetto alla pellicola precedente. Per carità, le "zingarate" sono sempre esilaranti e forse, sono addirittura superiori a quelle del primo film, però, complessivamente, è dato più spazio alla malinconia, che man mano si fa strada nel corso dell'opera.
I caratteri etici della pellicola, sono pressoché identici a quelli del primo film, quindi non starò qui ad analizzarli un'altra volta. L'unica cosa in più che si può dire, è come il gruppo di amici, ora diventato un quartetto (anche se c'è un flashback che vede Perozzi protagonista), sia ancora più unito di prima e non esita a commettere scherzi di ogni tipo, come, ad esempio quello ad inizio film, durante la scena al cimitero.
Monicelli, come fatto con la pellicola precedente, pone sullo sfondo un ritratto dell'italia di quegli anni, sempre più in crisi economica e sociale. A dimostrazione di ciò, abbiamo la sempre disagiatissima condizione del Mascetti, il quale, in tutto questo tempo, è rimasto quel povero miserabile che era.
Viene anche citato, dal regista, uno degli eventi più drammatici e catastrofici che mai si siano verificati nel nostro paese, ovvero, l'alluvione di Firenze.
La caratterizzazione dei personaggi, vede ancora una volta, una focalizzazione sui soggetti più drammatici, ovvero il Mascetti ed il Perozzi. Riguardo il primo, viene mostrata ancora una volta la sua condizione di vita poverissima e in più, c'è la figlia rimasta incinta. Monicelli però, come nel primo capitolo, ci mostra un conte sempre molto ironico e razionale, ed ovviamente, sempre propenso a commettere assieme ai suoi amici, le celebri zingarate. Tuttavia, non sono affatto pochi i momenti drammatici che vedono il Mascetti protagonista, e molte di queste situazioni, sono anche parecchio toccanti.
Il Perozzi ci è mostrato compiere continui tradimenti, che furono perpetrati, quando era in vita, ai danni della moglie. Oltretutto Monicelli ci mostra la completa incapacità dell'uomo di fare il padre, anche se, il figlio Luciano, è un bambino estremamente pedante.
Da notare come in questo secondo episodio ci sia più spazio per il Necchi. Mossa azzeccatissima da parte del regista, che, attraverso questo personaggio, immette nella pellicola qualche momento di comicità in più.
Ritmo scandito benissimo, 2 ore che trascorrono tra risate e profonde riflessioni. Non ci sono mai punti morti o lungaggini, è tutto orchestrato come si deve.
Le gag sono mitiche.


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Roba da ridere a crepapelle. E come al solito poi, c'è la bravura di Monicelli di farci ridere in contesti tragici.
Il finale è amarissimo. Ancora più di quello del capitolo precedente. Perché, l'epilogo del primo episodio, è triste, si, ma è caratterizzato da un ultimo atto goliardico. Qui, invece, c'è soltanto tantissima commozione e nessuna risata. Penso che non c'era modo migliore di concludere così questo secondo atto di "Amici Miei".
Il cast, ancora una volta, è superbo: abbiamo un Tognazzi assolutamente al top della forma. A differenza del primo "Amici Miei", stavolta l'attore cremonese è la star principale della pellicola. Tognazzi dimostra una versatilità eccezionale, riuscendo ad essere divertentissimo in una sequenza e, molto malinconico, in quella successiva. In alcune scene, fonde addirittura questi due stati d'animo. Le espressioni sono fantastiche e l'interpretazione dei dialoghi è sopraffina. Da notare come in questo secondo capitolo, Tognazzi reciti le battute con un po' più di serietà.
Adolfo Celi ci regala un'altra performance da applausi. Non c'è molta differenza tra il "Sassaroli" del secondo episodio e quello del primo. Il professore rimane forse quello più burlone di tutti quanti. Basta la scena dello scherzo al cimitero per capire la bravura infinita di Celi.
Gli altri attori fanno anche loro una gran prova, specie Philippe Noiret che ci regala un'altra splendida interpretazione del Perozzi.
Montagnani, che sostituisce Del Prete nel ruolo del Necchi, da un po' di leggerezza in più.
Moschin, a differenza del primo capitolo, è un po' più in disparte, ma quando è chiamato in causa da il meglio di se.
Da menzionare anche Paolo Stoppa, autore di una recitazione esemplare.
La sceneggiatura è ferrea, si alternano momenti dove è la comicità a fare da padrona, ad altri invece, più pesanti e tristi. Strutturato benissimo anche il lungo flashback che abbiamo ad inizio film col Perozzi protagonista. Gag e situazioni varie sempre originali mentre l'epilogo non poteva essere scritto in modo migliore. Dialoghi fantastici, a volte divertentissimi, altre invece, molto seri.

Conclusione: secondo episodio alla pari del primo. Nonostante sia un sequel, si tratta di un film molto fresco, che cerca di non appoggiarsi mai troppo agli elementi della prima pellicola. Regista, cast e sceneggiatori ancora una volta fanno centro e donano al pubblico un'altra perla della commedia all'italiana.