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ARRIVAL regia di Denis Villeneuve

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  19/09/2016 01:12:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La forza visiva del nuovo film di Villenueve, con qualche punto di contatto con Malick, spiazza e attrae anche davanti certe ingenuita' esistenzialiste e demagogiche (fa ridere pensare agli Americani come dei pacifici mediatori). Il personaggio di Amy Adams, qui bravissima e meno glamour dell'ultimo film di Tom Ford, la sua Louise Banks e' la diretta ascendente di Ripley in "Alien" e Ryan di "Gravity". Come la Weaver e soprattutto la Bullock del film di Cuaron e' chiamata ad affrontare un'esperienza piu' forte della sua stessa vita. I
montaggio del film - almeno nelle didascalie - ricorda un altro grande film di fantascienza, "Interstellar". Combattuto tutto nella volonta' imperialista di capire le forze aliene, alias Gianni e Pinotto della situazione, in questo Universo dove i terrestri sembrano cercare nuovi "clienti" per le Superpotenze, il film e' davvero affascinante, e conferma il talento tecnico e visivo di Villenueve
Invia una mail all'autore del commento Suskis  24/01/2017 10:25:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Villneuve è molto bravo e rende migliore qualsiasi sceneggiatura. Però questo film, stringi stringi, è solo l'ennesimo remake di "ultimatum alla terra" come plot. il "twist" è un'idea di tempo presa pari pari dal Dr.Manhattan di Watchmen. con l'aggravante che quel che accade nel film alla fine non ha alcun senso. E'tutta una scusa per servirci questa idea circolare del tempo, con un elemento chiave che non sta in piedi (il solito problema di tutti i film sui viaggi nel tempo, dove una persona impara cosa fare nel passato dal sè stesso del futuro.. non può funzionare). Se non fosse così ben confezionato si direbbe "tutto già visto". E'così, ma è cammuffato bene.
wuwazz  09/02/2017 11:02:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Villneuve è molto bravo e rende migliore qualsiasi sceneggiatura"

Verissimo

Ma quando parlate di "idea circolare del tempo", sbagliate, ed è proprio qua, se vogliamo che il film vive la sua massima originalità.
Il tempo percepito dagli alieni non è circolare, ma NON LINEARE, il che significa che il tempo viene percepito come unicum, come un momento intero, un istante immanente, e non un continuo mistero. E' la differenza che c'è tra "disegnare" una linea e "osservare" una linea già disegnata nella sua interezza.
E' innovativo anche il fatto che la chiave per accedere a questa nuova percezione temporale sia il linguaggio, il "dono" che gli alieni fanno all'umanità per salvarsi (?) ma soprattutto per salvarLI (gli alieni).

Infine, il film, seppur con molti limiti, non vuole far altro che porre un nuovo punto di vista al tema "fantascienza temporale", e lo fa - credo - in maniera molto dignitosa ed originale.
Poi il film è pieno di stereotipi, e molte scelte sono discutibili. Ma come "colossal fantascientifico" (destinato al grande pubblico) siamo a dei livelli altissimi, per me, anche perchè il concetto che propone non è così banale. E voglio far notare anche come arrival sia un milione di volte più umile di interstellar, e come film di fantascienza, almeno per quanto mi riguarda, gli dà le paste.
Darkobarzane  21/01/2017 11:14:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Kowalsky premetto che seguo sempre con attenzione i tuoi commenti. Per quanto riguarda il film in oggetto ritengo che non hai voluto calcare la mano sui buchi evidenti di sceneggiatura di un film sopravvalutato. Come hai ben riportato nel tuo commento, vengono evocati temi affascinanti: Il film infatti è pieno di buoni ingredienti come ad esempio l'introduzione della ciclicità del tempo e il destino dell'umanità. Purtroppo rimangono solo ingredienti, la ricetta è pessima. La storia è zeppa di episodi senza senso. Si nota la grande difficoltà mentale dello sceneggiatore di costruire un racconto credibile.