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ARRIVAL regia di Denis Villeneuve

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Terry Malloy     9 / 10  27/01/2017 14:49:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella Giornata Prima, per l'esattezza alla fine della giornata, del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo Galilei, testo divulgativo della nuova fisica rinascimentale, il filosofo e scienziato padovano delinea una sua personale gerarchia delle più importanti scoperte e invenzioni umane. L'arte, le nuove scoperte tecnologiche (di cui Galileo era uno dei protagonisti indiscussi), il sapere del mondo antico contro cui malvolentieri si schierava questo grande italiano per diffondere le nuove spaventose idee a cui si era pervenuti, vengono contemplate in questa disamina, ma per Galileo non è abbastanza. La più importante scoperta di tutti i tempi fino al Seicento di allora era senza dubbio per lui l'alfabeto. Galileo lo descrive minuziosamente nelle sue proprietà molecolari, lucreziane, al punto tale che Calvino, circa 400 anni dopo, considerava quel passo del Dialogo una sfida per il prossimo millennio. La sfida della semplicità, che lui chiamava "leggerezza". Questi minuscoli caratteri dall'origine concettuale sconosciuta ci permettono di attingere a un sapere che non è piegato alle leggi del tempo. Grazie a queste poche lettere riusciamo a comunicare con le menti di ogni tempo umano. Il passo è bellissimo, e va letto e riletto. Quest'uomo aveva una capacità di ragionamento che ancora oggi rende difficoltoso comprendere certi snodi della sua complicata teoria fisica e cosmologica. Ma la sua fiducia estrema nelle potenzialità del linguaggio, benché sconfessata dalle sue tormentate vicende biografiche, è qualcosa che ancora oggi suscita meraviglia. Per Galileo divulgare, comunicare, discutere con i nemici della scienza e con gli amici di essa tra i popoli dell'Europa, era forse più importante che scoprire. La dimensione sociale della scienza era la sua battaglia, era il suo modo di incarnare lo spirito del tempo, non solo il suo, ma anche di quello avvenire, dato che le sue e di altri scoperte avrebbero per sempre modificato la conoscenza umana e quindi il suo intervento sulle cose. Scoprire, indagare, ricercare, pensare erano per Galileo un'attività personale, costante, irrinunciabile, biograficamente nemmeno del tutto importante. Ciò che lo tormentò per una vita fu invece convincere gli altri della validità rivoluzionaria delle nuove idee, a cui lui contribuiva attivamente. Non è un caso che, nonostante le scoperte di Galileo siano state storicamente ridimensionate dall'alacre intervento degli storici della scienza e degli scienziati della sua stessa epoca (mantenendo fermi i punti in cui il suo apporto è stato davvero significativo), vi siano centri di studio galileiani in mezzo mondo. La sua battaglia per la civiltà trova rari riscontri nella storia. Più che altro, la purezza della sua battaglia.

E' proprio questa l'idea che sta alla base di "Arrival". Il cinema rende possibile vedere i concetti, il lavoro intellettuale, la potenza emotiva della mente, la vastità delle domande che ci affliggono quando pensiamo all'universo, indipendentemente dalla nostra preparazione in materia. Ma il cinema di Villeneuve, sorretto da un valido adattamento letterario, si concentra sul mostrare il lavoro intellettuale dell'uomo nei confronti di scoperte vertiginose. La linguistica e la scienza sono strutture della conoscenza di una complessità inimmaginabile, ma partono da una base comune: l'avanzamento della civiltà mediante la capacità di comunicare e convincere gli esseri di una medesima specie, finora terribilmente solitaria. L'immensa solitudine della specie umana, una solitudine ovviamente solo comunicativa dacché esistono gli animali e le piante, ci spinge a cercare altri compagni nell'universo... O a essere cercati.