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LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE regia di Mel Gibson

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  09/03/2018 10:20:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La battaglia di Hacksaw Ridge" rispecchia in pieno le contraddizioni del suo autore; conosciamo tutti l'asprezza di Mel Gibson, reo di parecchie malefatte sembra voler chiedere venia, raccontando la storia di Desmond Doss, agnello tra i lupi costretto dalle brutture del mondo a fare ciò che occorre.
E' quasi un' immedesimazione quella del regista con questo soldato artefice, durante la Seconda guerra mondiale, del salvataggio di almeno 75 suoi commilitoni. Espiazione legata al considerare come là fuori sia una battaglia continua e non sempre la scelta dell'arma sia quella giusta. Per Doss non esisteva alcuna arma, primo obiettore di coscienza americano ad essere insignito della medaglia al valor militare, si limitò ad aiutare i soldati feriti senza mai sparare un colpo mentre intorno infuriava l' inferno.
Rispetto ad altre produzioni di questo genere retorica e patriottismo spiccio sono tenuti a bada, mentre poco interessante e assai didascalica è la parte introduttiva dove avviene la formazione del Desmond uomo. Il percorso è molto banale ed il film si accende solo sul campo di battaglia in cui Gibson sfodera una regia di notevole impatto non tralasciando la fascinazione per truculenze varie mettendo in piedi una macelleria a cielo aperto. Più che il dichiarato odio per la guerra si intravede del compiacimento morboso a restituire l' instabilità ambigua di fondo, anche se è poi il contrasto il tema portante unito a massicci aspetti religiosi. L' incrollabile fede di Doss permette a Gibson di utilizzare il personaggio per veicolare un discutibile messaggio fin troppo conservatore. Il soldato diventa metafora messianica, non solo per la funzione di salvatore, per la rinascita battesimale nella scena della doccia o in quella di (fittizia) ascensione sul finale, lo è soprattutto perché con la preghiera e fedeltà alla parola di Dio trascina alla vittoria contro nemici, ahimè, appena accennati ed eletti ad assoluto emblema del male. Film irritante a tratti ma che ripulito di un'ideologia fin troppo radicale e retrograda riesce nell'intento di raccontare una storia appassionante, visivamente spettacolare e soprattutto capace di far empatizzare col protagonista nonostante le scelte estreme di questo guerriero atipico, giustamente passato alla storia.