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I MAGNIFICI SETTE (2016) regia di Antoine Fuqua

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Spotify     7½ / 10  13/10/2016 04:59:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film originale non l'ho visto, dovrò vederlo al più presto ma al momento, mi ritengo soddisfatto di questo remake. Rispetto ai western moderni usciti negli ultimi tempi, questo qui conserva l'atmosfera dei vecchi western, ha un'impronta che fa regredire nel tempo lo spettatore, riportandolo nell'epoca d'oro del genere in questione. Fuqua dunque, non fa solo il rifacimento di un film, ma fa un revival delle storiche pellicole ambientate nel far west e per 2 ore riporta in auge un tipo di cinema che non si vedeva più da diverso tempo. Poi certo, c'è ovviamente la componente commerciale (es: la sparatoria finale), alcuni momenti in cui i toni sono più bassi, però complessivamente è un film che ci sta tutto. Mi è piaciuta molto la morale (non so se contenuta anche nell'originale), un po' retorica, però ugualmente bella. Fuqua ci mostra questo gruppo di uomini che all'inizio, accetta la proposta di Emma Cullen solo per il premio in palio, ma in seguito scoprono alcuni valori etici che forse manco pensavano di avere. E così si ritrovano a combattere non più per denaro ma per difendere i cittadini di Rose Creek e probabilmente, anche per ritrovare se stessi. Infatti, il regista tra i sette personaggi, ce ne presenta alcuni che sono ormai delle ex leggende, uomini che ottennero la gloria diversi anni prima degli avvenimenti del film, e che ora vivono, si, di rendita, ma indubbiamente hanno perso lo smalto di un tempo. Tra questi protagonisti ritroviamo Goodnight Robicheaux, una volta formidabile cecchino, ora, a causa di un trauma subito, ha quasi paura di sparare a qualcuno. C'è anche Jack Horne, abilissimo pistolero ormai in età avanzata. Non vive nel migliore dei modi e durante gli anni, si è lasciato abbastanza andare per quanto riguarda il proprio aspetto. Infatti col tempo l'uomo, è diventato parecchio trasandato. I restanti sono individui particolari, contraddistinti da caratteri differenti: abbiamo tipi solitari e introversi come Chisolm e Harvest, altri sono arroganti e spocchiosi ma anche molto ironici come Farraday e Vasquez e infine Billy Rocks, il quale è senza dubbio l'uomo con più senso dell'umorismo. Insomma, Fuqua riesce a contraddistinguere bene i personaggi, pur essendo tanti, dona ad ognuno di essi una personalità ben definita e una caratterizzazione credibile (eccetto per Hawke, del quale scriverò dopo). Inoltre riesce anche a dare spazio sufficiente a tutti quanti. Certo, ovviamente c'è qualcuno che è un po' più in ombra, per esempio Red Harvest o Vasquez, ma in fin dei conti, "i magnifici 7" sono distribuiti in maniera abbastanza eterogenea sullo schermo. Il lato prettamente tecnico della regia è da urlo. Fuqua, specialmente nella parte finale (vale a dire gli ultimi 50 minuti), si misura con virtuosismi registici d'alta scuola, i quali rendono l'epilogo altamente spettacolare, imprevedibile e molto forte emotivamente. Da notare l'abilità del director nel rendere chiarissime anche le sequenze più concitate. Straordinaria la discesa che compiono gli uomini di Bogue alla volta di Rose Creek, salvo venir poi tutti uccisi dalle mine piazzate dagli abitanti della cittadina e dai 7 guerrieri. Esplosioni pirotecniche e bei combattimenti si susseguono a go-go per un finale che riserva tanto divertimento. Ho apprezzato come è stato girato il confronto finale tra Bogue e Chisolm, aventi un conto in sospeso. Si può pensare che tutta questa spettacolarità è stata fine a se stessa, è stata preferita rispetto ad un finale più ragionato, io però non mi sento di condannare questa cosa, in quanto non mi aspettavo un western stile anni 50/60 (al quale ironicamente assomiglia invece) ma una pellicola moderna che si basasse semplicemente sui clichè del passato. Il ritmo è fluido, più di 2 ore che scorrono via piacevolmente, col regista che narra la storia in maniera piuttosto disinvolta non rifiutando un po' di umorismo sparso qua e la. Dialoghi sempre frizzanti e coinvolgenti. Non mancano però alcune situazioni leggermente forzate come i reclutamenti di Vasquez e di Horne all'interno del gruppo dei "magnifici". Bella la fotografia, anche tramite quest'elemento, il regista riesce a far rivivere l'anima western anni 60. Le tinte sono quelle classiche del genere, marroncino-rossastre con i classici giochi di luce. Tutto ciò si sposa benissimo con la scenografia, anch'essa rende giustizia alle location dei vecchi film. Fuqua valorizza in modo capillare l'ambientazione, facendo un sacco di inquadrature panoramiche che risaltano parecchio la bellezza dei posti. Peccato però che sono delle riprese un po' troppo fini a se stesse e alla fine non restano impresse se non per il fascino delle distese desertiche mostrate. Ben fatta la cittadina di Rose Creek, puro stile "selvaggio west". Il cast, avente diversi nomi di spicco, funziona bene: bravo come sempre Denzel Washington, si cala con mestiere nei panni di Sam Chisolm, riuscendo a sfoderare un'interpretazione carismatica, veritiera e ferrea. Forse non il miglior Washington di sempre (un po' stereotipato a volte), però riesce lasciare il segno, il suo marchio. Ottima esplicazione dei dialoghi e buone le espressioni. Chris Pratt è convincente, riesce in svariate occasioni ad essere simpatico e in generale impersona il classico pistolero giovane ma sicuro di se. Dimostra una certa versatilità. Anche lui però, a volte, cade un po' negli standard tipici di un ruolo come il suo. Valida interpretazione dei dialoghi ed espressioni riuscite. Più in ombra Hawke e D'Onofrio, il quale conciato in quel modo è alquanto pacchiano. Senza infamia e senza lode tutti gli altri. La sceneggiatura è solidissima, lineare e senza grossi colpi di scena, si, però ha un impianto narrativo, il quale pur non essendo molto esteso, è serrato e ben scritto. Buona la caratterizzazione di alcuni personaggi, un po' meno quella di altri. Un plauso all'ultima parte, che pur non disponendo di grande narrazione, è curata maniacalmente dal lato dell'azione. Riusciti i dialoghi, mai fini a se stessi ed uno dei piatti forti dell'intero lavoro. Tra i lati prettamente negativi ho trovato una brutta direzione di Peter Sarsgaard, per niente credibile nei panni di Bogue. Tuttavia, ciò è dovuto anche a causa di una mediocre recitazione dello stesso Sarsgaard, si vede lontano chilometri che non riesce a fare la faccia del cattivo. Delusione. Poi, come dicevo prima, ho avuto qualche perplessità anche sulla direzione di Hawke, sinceramene mi è sembrato un tantino fuori posto a differenza degli altri, che invece sono stati fatti calare bene nei rispettivi ruoli. Il buon Ethan, almeno a tratti, pare non si sia trovato molto a suo agio nei panni di Goodnight Robicheaux. D'altro canto, anche la recitazione dell'attore di Austin, non è eccezionale, tutt'altro.

Conclusione: un bel western moderno, abbastanza commerciale, è vero, però dal canto suo intrattiene benissimo lo spettatore e dal punto di vista tecnico è quasi impeccabile. Bene (anche se non proprio del tutto) anche il cast che da ulteriore valorizzazione al prodotto. Infine, il maggior merito che si può riconoscere a Fuqua, è che egli, attraverso questi 130 minuti, riesce a far rivivere il western vecchio stampo. Cosa non da tutti. Promosso pienamente.