kowalsky 7½ / 10 17/09/2016 00:28:28 » Rispondi Tom Ford, qualche anno dopo il dignitoso "A single man" da Isherwood, nello spazio cultural-letterario Newyorchese, confeziona un film visivamente bellissimo che ricorda certe cose di Truman Capote, il cinema dei Coen, il retaggio autoreferenziale dei classici action-Movie. Curato in tutti i particolari fino a sembrare freddo o poco sincero, e' un film che non ti aspetti. Personalmente ho trovato Amy Adams una bellissima statua di cera (molto meglio in "Arrival" di Villenueve) mentre Gyllenhaam cattura e coinvolge nella sua Odissea perduta in un ' America di ingiustizie e cavilli burocratici. Lo sceriffo, in particolare, sembra uscito da un romanzo di Landsdale, splendidamente sopra le righe. Ford "profuma" ogni inquadratura e avrebbe dovuto essere piu' laido e meno raffinato, tuttavia l'operazione funziona a meraviglia. Sembra di attraversare una giostra di specchi dove ognuno ci si puo' confrontare. Per chiedere empatia, forse la regia avrebbe dovuto essere piu' unilaterale, e cinematografica. Ma e' un film coraggioso anche nelle sue scelte stilistiche, e insomma Ford non e' il nuovo Adrian Lyne. Premio Speciale della Giuria al Venezia