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PER FAVORE NON TOCCATE LE VECCHIETTE regia di Mel Brooks

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     6½ / 10  21/01/2015 17:52:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Raccogli finanziamenti consistenti, investine una minima parte per mettere in scena una commedia inguardabile e mettiti in tasca il resto: questo è il piano, ideato da un ex produttore teatrale e un contabile, per risollevare le proprie sorti in declino. Un piano goffo, che ovviamente non riuscirà ad andare in porto.

Il battesimo cinematografico di Mel Brooks non passa inosservato: il genio dissacrante del regista, già pienamente maturo, gli vale l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Merito perlopiù delle due trovate che strutturano il film: la prima è il fundraising effettuato dai protagonisti mediante seduzione carnale di anziane facoltose, per ottenerne importanti finanziamenti; la seconda è il prendersi gioco di un pezzo di storia drammatico come il nazismo, facendone parodia in una commedia omosessuale (ci ha provato recentemente anche l'orrendo "Il colore del silenzio", sottoprodotto del cinema omosessuale italiano, seppur con intenti differenti e con esito assolutamente infausto).
Chiaramente non c'è solo questo. In sottofondo, ma non troppo velata, si scorge una pungente satira rivolta al "grande pubblico", incapace di distinguere tra il talento autentico (il grande Max Bialystock è dimenticato e caduto in disgrazia) e le opere scadenti (l'orribile "Springtime for Hitler" ottiene un clamoroso successo).

Figura dominante sul set è Zero Mostel, mattatore assoluto al quale Gene Wilder fa semplicemente (e discretamente) da spalla. E' con lui che Brooks deve dividere il successo di "The producers", che in patria ottiene un risultato clamoroso al punto da ispirare Broadway (il musical ha ottenuto un numero infinito di repliche) e di nuovo Hollywood (con un cast importante, ma con esito meno fortunato della pellicola originale).

Ad oggi, dopo quasi 50 anni, "The producers" appare in effetti come una commedia scritta per il teatro, che sembra l'ambiente ideale per ospitarne le principali location (l'ufficio, il teatro, il carcere), le recitazioni e gli ampi tratti musicali della storia. Come pellicola, invece, porta il peso degli anni: complice un umorismo (anch'esso teatrale) che oggi sugli schermi non riceve altrettanto apprezzamento.

Storicamente valido, ma purtroppo superato.