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NERUDA regia di Pablo Larraín

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  17/10/2016 02:10:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh c'e' questo Film meraviglioso che non andra' a vedere nessuno malgrado la sua bellezza sia forse irripetibile rispetto al novantanove per cento della produzione cinematografica di quest'anno ("Jackie" dello stesso Larrain ci va vicino ma non lo eguaglia), magari qualche bimbominkia capitato per caso in Sala a vedere Larrain (dovrebbero impedire i Cinema a certa gente) lo stronchera' addirittura, pensando che la sua ignoranza sia frutto di un convincimento personale e autorevole. Lasciamo perdere. Intanto abbiamo un cineasta che e' di gran lunga il piu' attraente e acuto regista del mondo, capace di raccontare una fuga mettendoci dentro un duello western, un feuilleton, e soprattutto un Noir quasi onirico, un psicodramma su due uomini - il Poeta e il suo persecutore (immaginario!?) - alla ricerca della propria identita'. Per intenderci Borges non avrebbe potuto fare di meglio, e non si tratta di esagerazioni a riguardo. Un film che implica un grande impegno morale, prima di tutto (si sa anzi si percepisce che il comunismo di Neruda e' di stampo Stalinista), e ideologico, puo' scatenare dibattiti e manca certamente di un futuro prossimo venturo che vorremmo vedere riletto proprio da Larrain in persona (sul colpo di stato degli Usa contro le elezioni democratiche e l'insediamento di Pinochet, sui rapporti ambigui di quest'ultimo con lo Stato Vaticano). Ma e' anche un film emotivamente coinvolgente per quanto ironico (e vagamente Iconico) raccontato da un grandioso Garcia Bernal che da comprimario diventa Elemento tragico e beffardo della vicenda. Il Neruda di Larrain diventa in due scene memorabili (l'incontro con una ragazzina povera, o una "compagna" ubriaca e disillusa) un'uomo che vive sulla propria pelle la propria Utopia, al punto di credere unicamente al Popolo che, in molti casi, ha perso la liberta' per causa sua. Rischia tantissimo, Larrain, anche la retorica nel l'epilogo post-finale, e invece libera un contraddittorio che e' l'apice del romanzo di una Vita. Pagine di poesie disseminate ovunque, a decantare realta' ("dillo da poeta") o la favola metaforica dove ogni Prigione e' armonioso bisogno di Liberta'. Film spaventosamente bello