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NERUDA regia di Pablo Larraín

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  24/02/2017 21:49:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Autenticamente fuori dagli standard, i biopic di Larrain inquadrano i propri modelli all'interno dei periodi più bui della loro vita privata e politica, 2 miti amati patriotticamente dai rispettivi Paesi, criticamente esaminati e cinicamente spogliati.

Una Jackie messa alla berlina lungo un Secretum petrarchiano, sul ruolo di madre e moglie, umanizzando la figura della first lady per eccellenza, scevro di intervistatore (che fa da filtro tra lo spettatore e il poeta) in Neruda assurge la figura di Peluchonneau prefetto della polizia incaricato della sua cattura, voce narrante, metacinematograficamente liquidato dall'ex moglie come un 'personaggio secondario' alla mercé del poeta, amato ed odiato da lui stesso, narrato nelle capatine nei bordelli, adulteri meschinamente utilizzati per infangarlo, i quali Larrain non si sottrae dal darne un ampio sfoggio, criticato anche all'interno del partito comunista per i suoi canti utopistici e il suo comunismo borghese (attraverso la figura dell'ubriacona).

Ciò su cui si annida il colpo di genio di Larrain è il soppalcato di generi, permea un realismo magico dettata anche dalla poetica dell'autore trasposta in immagini, all'interno di un biopic che presta il fianco ai mutamenti dei generi cinematografici di quell'epoca, il noir americano nella sua lunga fuga, persino attingendo dagli sfondi artefatti di quel tempo, concludendo con il duello di matrice western nelle Ande imbiancate dalla impervia neve tanto che sarà egli stessa a decretare vinti e vincitori.