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TRAIN TO BUSAN regia di Sang-ho Yeon

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  01/12/2016 10:35:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pressochè scheletrica consistenza dei personaggi non influisce sul fatto che "Train to Busan" sia uno dei migliori zombie-movie degli ultimi anni. Come già accadeva in un altro film coreano, ovvero "Snowpiercer", gran parte dell'azione si svolge su un treno, e, seppur appena suggerita, anche in questo caso vi è una metaforica divisione in classi, probabile rappresentazione sociale di un paese "ricco" ma non privo di contraddizioni e ferite insanabili.
Al netto di eventuali letture socio-politiche, il lavoro del regista/sceneggiatore Yeon Sang-Ho si segnala per il perfetto connubio tra scene d'azione e un sentimentalismo che pur spiccio si sposa bene con le tematiche intavolate.
I protagonisti del viaggio da incubo si dovranno arrangiare non poco per sopravvivere all'attacco di un'orda di cadaveri ambulanti (di quelli moderni, veloci e oltre modo rabbiosi) tra gli angusti corridoi del convoglio.
Se l'eliminazione graduale delle figure in gioco è ovvia, meno scontata è la capacità di sfoggiare ottime tempistiche action accoppiate con effetti speciali in cui il gigantismo tipico e spesso gratuito del kolossal americano viene usato solo in rare occasioni. Le scene di massa, indubbiamente debitrici a "World War Z", come quella stupenda dell'inseguimento al treno, sono comunque centellinate, per esasperare il senso di claustrofobia e concentrarsi su un microcosmo in cui il percorso di crescita verso responsabilità, soprattutto di natura genitoriale, prendono forma in maniera magari banale ed attraverso clamorosi stereotipi (l'uomo d'affari infame, il povero o l'energumeno altruisti) riuscendo comunque a convincere.
E' vincente la struttura narrativa incalzante oltre al tipico oscillare del cinema orientale tra dramma, farsa e intimismo, sempre in grado, se ben bilanciato come in questo caso, di fare la differenza.