Goldust 7 / 10 04/06/2020 17:34:30 » Rispondi La sensibilità di Bellocchio è messa questa volta a disposizione del romanzo autobiografico del giornalista Massimo Gramellini sull'elaborazione del lutto per la perdita in tenera età della madre con un film costruito su piani temporali diversi che affronta un dolore lungo trent'anni: ha il pregio di non scadere mai nel lagnoso e di arricchire il racconto con inserti sociali e famigliari d'antan come la passione calcistica per il Torino o le serate passate davanti la tv a seguire Canzonissima o Belfagor. Un lavoro abbastanza bilanciato che esagera solo nella durata ( venti minuti in meno avrebbero giovato anche perché il passo non è proprio spedito ) e che, per il delicato soggetto affrontato, potrebbe essere confrontato con altre pellicole tutto sommato coeve come "La stanza del figlio" di Moretti e "Caos calmo" di Grimaldi. Nel finale non mancherà di emozionare il tardivo faccia a faccia tra un Massimo ormai adulto e la sua vecchia tata.