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ELLE regia di Paul Verhoeven

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7½ / 10  18/02/2017 22:24:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La presenza della Huppert in temi così tabù rammenta il gioiellino di Haneke di inizio duemila, attrice che non si tira mai indietro, da stimare incondizionatamente solo per questo oltre che per la sua crescita di attrice negli anni. Verhoeven al suo attivo ha una serie di ritratti perversi di donne da Basic Instinct, al capitombolo con Showgirls ma in patria ha dato il meglio sia agli esordi con Il Quarto Uomo protagonista una ninfomane assassina, che recentemente con Black Book ove il sesso è l'unica ancora di sopravvivenza per una donna durante la 2°guerra mondiale, Elle di fatto ne è l'ennesimo ritratto un po' compiaciuto di una autolesionista, una che sarebbe perfetta nel lettino di uno psichiatra, incorpora per farla breve un sunto dei ritratti precedentemente realizzati nella sua carriera, inseriti alla rinfusa finendo con il renderla grottesca, a salvarla dalla parodia quale rischia di essere è proprio la Huppert che nobilita con i suoi sguardi severi, duri come il diamante (pensare quelli che lancia alla fidanzata del figlio) una donna che è si apparentemente forte da soprassedere ad uno stupro come se nulla fosse ma inconsciamente ostaggio delle sue perversioni, e la Huppert in tutti i contesti risulta credibile, sia di sopraffazione alla madre che di passività nel quale asseconda le violenze del suo carnefice.
Stupri che va detto non hanno l'effetto suggestionabile di quello che filmò (al maschile quella volta) Verhoeven 37 anni fa, quest'ultimo comunque abile ad equilibrare questa alternanza tra thriller e giallo alleggerendolo di tanto in tanto con un po' di ironia.