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THE YOUNG POPE - STAGIONE 1 regia di Paolo Sorrentino

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JOKER1926     7 / 10  21/11/2016 02:25:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ogni tempo ha la sua moda.

Questo è quello che fa capo alle serie televisive; non basta più un film per far breccia nelle menti, c'è , presumibilmente, il bisogno di fidelizzare le masse.
Dopo il successo fragoroso di "Gomorra", i grandi meccanismi televisivi impongono al pittoresco Sorrentino di immergersi in una storia lunga dieci ore, "The young pope".

I fili del business televisivo sembrano dettar legge, il pubblico, quello delle televisioni, non è spesse volte filtrato. Si gioca sulla quantità della platea.
La cultura quando è accessibile a tutti, non è più cultura. Così recitava un immenso intellettuale leccese.

"The young pope" è impostato su un plot resistente ed impermeabile; la storia di un papa ambiguo ed enigmatico è un ottimo abito per una fastosa cerimonia nel pieno dello stile di Sorrentino.

Dopo l'iniziale infarinatura narrativa, la serie del giovane papa, si arresta beatamente in un circuito chiuso ove non è più la linea verticale della storia ad evolversi ma l'aspetto orizzontale. In auge quindi tutto ciò che ha a che fare con un copioso, maniacale e sofisticato gioco di sceneggiatura.
Salgono celermente in cattedra i dialoghi, i costumi e le location faraoniche e spettacolose. In questo Sorrentino è maestro assoluto.
Quello di Paolo Sorrentino diventa un fastoso esercizio di stile basato su dialoghi provocatori ma affascinanti. Le sequenze poggiano su una bellezza stilistica che si schianta contro un muro perpetuo. Al di la di questo disegno non si nota il significato.
Con la regia in questione, dopotutto, è difficile trovare un nesso prettamente "occidentale" alla cosa; le situazioni corrono frenetiche ma senza una meta. Potremmo sintetizzare dicendo che il quadro cinematografico di Sorrentino vive quasi esclusivamente sul significante, sulla sublime sensazione.

La critica, in fin dei conti, non può incattivirsi contro chi ormai ha scelto di percorrere una delle tante strade del Cinema. La storia, la logica delle cose non appartiene, già da un pezzo, a Sorrentino. Racchiudere la storia del papa giovane in un tempo "cinematografico" sarebbe stato meramente eccezionale. Allungare il tutto in un gioco a puntate (di dieci ore) porta ripetitività di contenuti e scarso slancio alla produzione.

La vittoria di Sorrentino è tecnica, come alcuni governi in crisi. Gli ascolti e gli incassi non mancheranno mai.

"The young pope" è tecnicismo ad oltranza, impeccabile come gli scudieri portanti come Jude Law e Silvio Orlando, dittatori del tempo e dello spazio scenico.