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THE YOUNG POPE - STAGIONE 1 regia di Paolo Sorrentino

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Goldust     7 / 10  28/11/2016 16:36:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La prima stagione sul Papa tutt'altro che convenzionale Pio XIII ha, com'era facilmente prevedibile, luci ed ombre, ma il bilancio che se ne può trarre è sicuramente positivo. La serie era nata per dividere se non addirittura per fare scalpore, ed in effetti nella prima parte di essa il risultato era già stato raggiunto, con il disegno di un Pontefice naif ed innovatore al contrario, riluttante nel concedersi ai fedeli ed intransigente nel trattare la sua ( non? ) linea politico-ecumenica. Poi, diciamo da metà serie e diciamo post viaggio in Africa, il suo tono così come i lineamenti del suo straordinario interprete si fa più morbido, il piglio deciso viene ( saltuariamente ) messo in soffitta, gli eventi scorrono con più riluttanza, anche perchè alcune figure secondarie ma fino a quel momento decisive diradano le proprie apparizioni ( qualcuno ha detto il Cardinale Voiello?). Un'involuzione di scrittura che trova un ovvio colpo d'ala solo nell'ultimissima puntata per convogliare interesse verso la seconda stagione, nel classico stile dei serial.
E' chiaro comunque che a livello contenutistico la serie vada pesata e vista con l'occhio paziente di chi negli affari Cristiani non sa proprio tutto ( è pur sempre intrattenimento, e qualche strafalcione va messo in conto ), anche se un Papa che ordina al suo Dio di eseguire un qualsiasi cosa o che intima ad un suo parroco di violare il sacro vincolo della confessione è qualcosa di clamoroso che è francamente difficile da tollerare. E sebbene discorsi sulla vita, la morte ed i massimi sistemi vengano ancora messi in primo piano, volenti o nolenti nei lavori del regista arriva sempre prima la forma del contenuto, e tra arazzi, mantelle, affreschi, arredi ed opulenze di ogni genere siamo sui livelli più alti della sua produzione. Diversi i momenti di cinema allo stato puro: il discorso in Africa, l'incontro tra il Papa e il primo ministro italiano, buona parte dei discorsi con il Cardinal Gutierrez.
Jude Law nel ruolo migliore della sua carriera, sembra non aver mai fatto altro nella vita; impagabile anche Silvio Orlando nei panni del l'ambiguo Cardinal Voiello, prigioniero della sua napolanità e di una dolcezza interiore che non sempre riesce a mascherare.