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DA QUI ALL'ETERNITA' regia di Fred Zinnemann

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Dom Cobb     7 / 10  24/09/2018 16:21:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1941: in una base americana alle Hawaii arriva un ex-pugile, Prewitt, che da subito entra in contrasto con gli ufficiali in capo per via del rifiuto di entrare a far parte dei tornei locali. Suoi unici sostenitori sono l'italo-americano Angelo Maggio e il sergente Warden, che è segretamente anche l'amante del generale in capo...
Il trionfo di pubblico e critica del 1953 è senza alcun dubbio questo "Da qui all'eternità", tratto dal libro omonimo che era già stato campione di vendite e che molti dubitavano potesse essere trasposto in modo soddisfacente in un film; ma a differenza di altri "capolavori", questo al giorno d'oggi passa solitamente in sordina e in generale pare essere alquanto sparito dalla circolazione.
Non volendo dilungarmi inutilmente nei miei discorsi, dirò che il film di Zinnemann, reduce dal successo di "Mezzogiorno di fuoco", è di sicuro valido e ben fatto, ma a conti fatti non giustifica praticamente nessuno degli Oscar vinti. Certo, è realizzato con estrema professionalità, la mano sicura del regista si vede a occhio nudo e le qualità tecniche, tra fotografia e montaggio, sono tutte fuori discussione.


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Va inoltre menzionata la sobria sceneggiatura, che ha l'innegabile pregio di raccontare la vicenda, o semmai l'intrico di varie sottotrame, in maniera asciutta e veloce ma non affrettata, senza calcare troppo la mano sull'aspetto melodrammatico. Le storie più incentrate sul romanticismo sono sì un po' blande e sono avare di emozioni soprattutto per un pubblico moderno, ma gli eventi e le trame portate avanti sono tali e tante che è impossibile non trovarne almeno una in cui interessarsi;


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a questo giova la forza delle interpretazioni, dove si conta una folta schiere di star dell'epoca tutte in formissima. Montgomery Clift è perfetto nel ruolo del mingherlino peso piuma, Burt Lancaster è del tutto a suo agio come ufficiale tosto dal cuore d'oro, ma a sorprendere è Frank Sinatra che, a dispetto di tutto, si rivela bravo come attore tanto quanto lo è come cantante. Il tutto è abbellito inoltre da uno spirito antimilitarista che fa capolino più volte, e il risultato è un film che riesce a non essere mai noioso, il che è tutto dire visto che, a conti fatti, stiamo parlando di una soap opera. Sì, è raffinata e a sfondo bellico, ma pur sempre una soap opera.
Per il resto, c'è poco di cui parlare: "Da qui all'eternità" è uno di quei film che ancora oggi affascinano per il concentrato di volti famosi presenti in esso e poco altro. Sia a livello di trama che di tematiche (quel poco che c'è), ve ne sono di prodotti più profondi e più sofisticati. Ma ciò non toglie che il film di Zinnemann rimanga sobrio, guardabile, e occasionalmente anche coinvolgente, anche se, a cose fatte e finite, scivola via come l'acqua.