Dom Cobb 4½ / 10 12/12/2016 19:59:42 » Rispondi New York, anni '20. Lo studioso inglese Newt Scamander arriva in città con una valigia piena di creature fantastiche di ogni genere, le quali però, in seguito a un incidente, evadono e si sparpagliano in tutta la metropoli. Accompagnato da un non mago imbranato e una ex cacciatrice di maghi oscuri, Newt cerca di trovarle e rimetterle a posto; e contemporaneamente, lo strano gruppo rimane coinvolto nei foschi accadimenti che sconvolgono la popolazione e che sembrano avere a che fare con un misterioso mago oscuro... La saga, sia letteraria che cinematografica, di Harry Potter si è ormai conclusa, la storia del maghetto giunta al capolinea e non c'è niente che si possa fare per mandare avanti le peripezie del maghetto con la cicatrice a saetta, almeno che non coinvolgano forzature e cliché a tutto spiano (così sembra infatti suggerire la produzione teatrale uscita qualche mese fa). Dunque, per continuare a guadagnare i suoi $$, alla Warner non resta che tirare in ballo la carta dell'universo espanso, e un aiuto insperato giunge proprio dalla stessa Rowling, che firma la sceneggiatura di quello che è stato dichiarato il primo di cinque capitoli. I fan della saga possono squittire e gioire quanto vogliono, ma se i seguiti si manterranno sul livello di questo capostipite... be', allora abbiamo davvero un problema. Prima che piovano le proteste, lasciatemi chiarire che non ho nulla in contrario alla produzione di spin-off, soprattutto quando sono ambientati in un mondo che è ancora capace di offrire innumerevoli spunti sia letterari che visivi, un mondo che tra l'altro la Rowling ha già più volte dimostrato di saper gestire con passione e un'invidiabile creatività. Per questo mi giunge ancora più doloroso e inaspettato il disappunto di fronte a un'opera a conti fatti incapace di raggiungere le sue stesse ambizioni. I problemi fondamentali, ritengo, sono due, e il primo di essi viene proprio da lì dove non me lo sarei aspettato: la Rowling sarà anche capace di scrivere bei romanzi fantastici, ma qui dimostra di sentirsi totalmente a disagio nel nuovo medium filmico. Per farla semplice, Animali Fantastici non ha una struttura narrativa solida, visto che non sembra neanche sapere che cosa vuole essere di preciso; gli animali fantastici del titolo sono simpatici e caratterizzati da dei design accattivanti, ma del tutto inutili ai fini della trama, e anche se presi come escamotage per introdurre i personaggi, creano una sottotrama che si dilunga troppo, senza amalgamarsi affatto con quella che è la trama principale. Certo, non sarebbe tutto questo gran difetto se la trama principale fosse ben sviluppata e i personaggi carismatici, ma diamine, proprio non è questo il caso. La storia centrale, organizzata in modo da porre le basi per ulteriori sequel, procede infatti a saltelli, senza veramente imporsi all'attenzione fino agli ultimi quaranta minuti, visto che la maggior parte del tempo si trascorre con Newt e i suoi amici alla ricerca dei fantomatici animali fantastici.
Tra l'altro, il senso stesso della trama mi sfugge: è evidente che Colin Farrell vuole controllare l'Obscurus o come si chiama, ma perché? Che ci vuole fare? Non viene detto. Così come la caratterizzazione stessa di questo Obscurus o quel che è, è resa in modo davvero superficiale, quasi caricaturale, con i momenti di "svolta psicologica" buttati via come fossero niente ("Ah, a proposito, ti ho mentito, non ti prendo con me, ora levati dalle pa..e mentre cerco tua sorella". Per la serie, non sia mai che venga sottolineato un momento emotivamente importante). Per non parlare, poi della forzatissima rivelazione finale del "vero" cattivo Depp, che non funziona per vari motivi: 1) Innanzitutto, la sua esistenza non viene mai veramente sottolineata, abbiamo solo un'immagine flash a inizio film e una carrellata di titoli di giornali dalla durata di circa secondi dieci. Poi, assolutamente nulla fino alla suddetta rivelazione. 2) L'interpretazione di Depp: sarà in scena solo per pochi secondi, ma qualsiasi fascino insito nel suo look viene annullato dalle battute che gli vengono messe in bocca. Insomma... "Do you really want to hurt me?" Sul serio? Quasi mi aspettavo che iniziasse uno stacchetto di musica pop.
Ne risulta una struttura narrativa che fa pensare piuttosto a due film diversi che sono stati compressi in uno solo, per di più pieni zeppi di passaggi inutili (qualcuno mi spieghi l'importanza del personaggio di John Voigt). Merito di questo anche ai dialoghi, a tratti così basilari da essere imbarazzanti. Il secondo problema, neanche a dirlo, è lo stesso che pesava sugli ultimi due capitoli di Harry Potter, cioè la regia: Yates ormai ha fatto del ritmo pachidermico e del distacco emotivo i suoi marchi di fabbrica, e qui sono, se possibile, ancora più presenti del solito, con l'intero film che procede secondo il collaudato schema: venti/trenta minuti di silenzio, con conversazioni quiete e rigorosamente sussurrate e lente, poi un breve sussulto con un'improvvisa scena d'azione, poi altri venti/trenta minuti di silenzio e sussurri, e così via fino al finale, che dopo la sconfitta del cattivo di turno non ne vuole sapere di arrivare.
Dopo che hanno preso Johhny Depp e distrutto l'essere oscuro, fra amici che si separano o che tornano a casa (con l'intenzione di scrivere un certo libro su animali fantastici che già è nelle librerie da qualche anno -almeno la Rowling ha imparato l'arte della pubblicità non troppo occulta), ci vogliono altri venti minuti per arrivare ai titoli di coda. Non scherzo.
E come se non bastasse, ho anche avuto la sciagurata idea di guardarmi il film in lingua inglese, come di tanto in tanto sono solito fare; ora, io non ho difficoltà a guardare film in inglese, in un modo o in un altro i dialoghi si capiscono bene, ma qui gli attori sembrano essersi fatti una missione personale di mormorare in maniera indistinta le loro battute, rendendole quasi tutte incomprensibili. E questo considerando che già le performances non sono esattamente il top: Redmayne si limita a fare la stessa faccia che fa sempre, John Voigt è intrappolato in un ruolo risicato e senza scopo, e la Waterson ha allargato i miei orizzonti nell'ambito del termine "irritante". Ezra Miller fa lo zombie. Gli unici a distinguersi sono Dan Fogler, le cui reazioni e comportamento in generale risultano simpatici, e Colin Farrell, convincente in tutto quello che fa. Dispiace, comunque, perché qualche idea visiva valida ci sta e il lato tecnico dimostra un certo livello di competenza, soprattutto in termini di effetti speciali nella realizzazione delle creature e di scenografie. Ma sono elementi sprecati in quello che è niente più di una commercialata insipida e noiosa.
stiffa 16/01/2017 18:17:31 » Rispondi riguardo al tuo primo spoiler...se magari lo guardavi il film, invece di concentrarti a pensar di scrivere una recensione biblica.... L'obscurus ....o come cavolo si chiama....l'aveva preso per studiarlo...lo dice chiaramente.... ma te dormivi. ciao
Dom Cobb 16/01/2017 23:09:45 » Rispondi Se te invece leggevi tutta la recensione ti saresti accorto che ho detto chiaramente di aver visto il film in inglese, e visto che lì tutti gli attori parlavano a bassa voce o sussurrando, a tratti erano incomprensibili. Quindi, è facile che una cosa del genere mi sia sfuggita. Solo per dire.