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SULLY regia di Clint Eastwood

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david briar     7½ / 10  02/12/2016 15:25:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Chiunque può essere un eroe".
Come diventa un eroe il pilota Sullenberg, interpretato dall'ottimo Tom Hanks? Durante un volo di linea uno scontro con uno stormo di uccelli fonde il motore, e Sully deve improvvisare una manovra di salvataggio rischiosissima, che conclude con un atterraggio nel fiume Hudson e il salvataggio di tutti i passeggeri dell'aereo.
Che gusto c'è quindi a vedere una storia di cui si sa già il risultato, che viene messo in chiaro fin dalla prima sequenza? Quello che importa a Eastwood sono le conseguenze: Tom Hanks, l'uomo comune per eccellenza, trasformato in un eroe. Sembrerebbe tutto già visto e sentito, sia al cinema che nei fatti di cronaca. Ma se tutti i film fossero qualcosa di nuovo, quel nuovo non tarderebbe a diventare stucchevole. In questo caso c'è un piacere particolare nella felice applicazione di convenzioni perfettamente conosciute che giocano fra il prevedibile e l'inatteso all'interno degli stessi binari. È prevedibile che Sully sia un uomo onesto di buona famiglia e che qualcuno abbia dubbi su una manovra aerea così azzardata: ma il modo di raccontarlo di Eastwood, talvolta convenzionale, nel complesso risulta soddisfacente e ben costruito, soprattutto grazie alla scelta di rimandare a più di metà film la magistrale sequenza dell'incidente, girata secondo una declinazione della suspense hitchcockiana un po' più leggera e dilatata. È grazie a questa costruzione sapiente che "Sully" stimola un coinvolgimento emotivo forte, riflettendo sul concetto di eroismo, individuale e collettivo. Proprio Eastwood, diventato celebre negli anni '60 nel ruolo di un eroe al contrario nei film con Leone, riflette su ciò che può rendere chiunque un eroe: ed è il fattore umano, quello che a parere del regista impedisce alle macchine di sostituirci totalmente.
È uno sguardo incerto al fondo dell'aereo, è la voglia di sapere subito se tutti sono stati salvati, è il bisogno di dire alla propria moglie che si è fatto del suo meglio, ma anche il coraggio di ammettere che il merito non è mai solo in se stessi ma anche nei propri collaboratori. Magari nei titoli di coda si poteva evitare qualche riferimento alla storia veramente accaduta; ma "Sully" è uno di quei film di cui abbiamo bisogno, felice commistione fra buon cinema, sottilmente d'autore, e un occhio di riguardo al pubblico più distratto, con spunti di riflessione complessi per i più attenti. Questi, signori miei, sono Clint Eastwood e Tom Hanks. Il resto sono chiacchiere..