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13TH regia di Ava DuVernay

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The Gaunt     8 / 10  20/02/2017 22:18:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molti anni fa lessi una notizia riguardo una statistica riportata dal Dipartimento di Giustizia americano che faceva degli Stati Uniti il paese con la più grande popolazione carceraria al mondo, perlomeno a livello proporzionale. In poche parole nel 1980 c'era una proporzione di 1 detenuto ogni 86 abitanti, nel 2005 tale proporzione era passata da 1 a 35. Ora non ricordo esattamente i numeri, ma pressapoco sono questi, però più o meno rende l'idea di come la popolazione carceraria in questo lasso di tempo fosse quasi triplicata, malgrado la pena di morte, la giustizia in tempi rapidi, le pene certe che tanto hanno trovato estimatori di mezza tacca anche aldifuori degli Stati Uniti, senza ovviamente riflettere su come si alimentava tale sistema.
Questo documentario parte da una base storica che fornisce il titolo stesso del film, il tredicesimo emendamento della Costituzione americana, quello sulla abolizione della schiavitù. In tale emendamento si afferma l'abolizione a tenere schiavo ogni essere umano nel terriorio nazionale o sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, tranne per coloro che sono puniti per un crimine. In poche parole fatta la legge e trovato l'inganno. Il sistema economico degli stati confederati era basato molto sulla manodopera della schiavitù, ora rischiava il collasso e quindi si trovò il modo di sostituire alla schiavitù vera e propria, altre forme di schiavitù che penalizzavano principalmente gli afroamericano in quanto appartenenti a fasce sociali più marginalizzate rispetto alle altre. I criminali quindi potevano essere riconsiderati degli schiavi. La Duvernay ovviamente mette il dito sulla questione razziale perchè la classe marginalizzata per eccellenza era quella dei neri, quasi sempre associata nell'immaginario collettivo come una congrega di criminali e per questo subire nei tempi vere incarcerazioni di massa. L'analisi storica pone atenzione a quando il sistema carcerario ebbe un vero e proprio boom di presenze, cioé agli inizi degli anni settanta, dove le dichiarazioni programmatiche ed i provvedimenti per punire duramente i reati sono diventati cardini fondamentali per le elezioni presidenziali. Legge e ordine instillano sicurezza e se ti mostri morbido sotto questo punto di vista sei destinato a perdere (Dukakis) oppure devi reinventarti e togliere i cavalli di battaglia del tuo avversario e farlo proprio (Clinton con la legge "3 strikes and out"). Il connubio fra il sistema carcerario e legislativo ha crato un leviatano enorme che si autoalimenta, perchè una volta entrato in questo meccanismo ti stritola e limita i tuoi diritti anche quando hai scontato la pena. Ed in un paese dove le differenze fra ricchi e poveri sono aumentate in maniera sensibile e la classe media erosa al punto di non essere più tale, il sistema ha raggiunto cifre da capogiro ed occasioni anche per i privati che costruiscono e gestiscono le prigioni, vedendo i profitti aumentati a dismisura. Il documentario analizza in maniera accurata la fase storica del problema. Abolizione della schiavitù, l'evoluzione del sistema legislativo per trovare modi nuovi di schiavizzare su vasta scala (Jim Crow, la segregazione razziale) senza dire la parola schiavo. E' il paese delle libertà o così almeno si definisce, ma gli Stati Uniti corrono il rischio di essere il grande paese della libertà sulla carta e basta.