charles 3 / 10 25/01/2017 14:35:02 » Rispondi Dopo un primo tempo tutto sommato piacevole, nella seconda parte viene fuori il peggio del "cinema di regime" contemporaneo, che non esita a presentarci le solite situazioni e macchiette ribadite dal genere.
Insistendo sul concetto "scontato" che le regole in fondo sono inutili e danno fastidio, specialmente ai meridionali (sono gli autori, tuttavia, che sembrano essersi dimenticati di quelle alternative, violente e ben più vincolanti, della mafia), il filmetto ci propone le solite rappresentazioni del popolo siciliano arrendevole, senza rinunciare all'ormai puntuale offesa ai romani (rimanendo fedele al becero paradigma di "Roma Ladrona"... mentre i soldi finiscono sù sù, dove sappiamo), qui rappresentati da un improbabile tizio sbucato dal nulla per difendere gli interessi, chissà perché... di chi sappiamo; un sindaco coraggioso - che subisce anche una minaccia mafiosa la quale, per quanto ridicolizzata, a me non fa ridere – viene presentato come un personaggio invece incerto
e – nessuna sorpresa, ne eravamo sicuri – alla fine si scopre a sua volta disonesto (secondo la solita logica del "tu quoque" e dell'attacco personale, tipica della "politica" nostrana)
; si ricorda che le tasse sono una maledizione (si evita con cura di mostrare che invece, ben gestite, come avviene in Europa, potranno finalmente portare il benessere a tutti); si passa il messaggio pericoloso e fuorviante, oltreché fortunatamente falso, che tutto sommato alla gente - a tutta la gente - va bene così.
Il vero messaggio del film, infatti, sembra essere che in fondo per la gente del Sud è meglio lavorare nella fabbrica inquinante costruita da un'azienda (che viene da dove sappiamo...) sulla spiaggia, accettando ancora un ricatto che dura da oltre 150 anni, da Taranto alla Sicilia.
E non è certamente un caso se nella scena finale il problema nel tornare alla "gestione" precedente, indovinate un po', secondo gli autori sembrerebbe essere costituito dal traffico (ricordate Benigni?): come se alla fine il problema della mafia (o della "politica" attuale) fosse solo quello di "un po' di irregolarità".
Dispiace dover scrivere queste cose, perché avrebbe dovuto raccontarle il film; a non tutti i comici, forse, è data la possibilità o la volontà di raccontare le cose come stanno.