Jolly Roger 7½ / 10 22/01/2019 00:37:17 » Rispondi Horror piccolo (nel senso che è di pochi mezzi) ma di grande efficacia. Tutto merito dell'idea, dannatamente semplice e (forse proprio per questo) dannatamente geniale: un'autopsia, su di un'avvenente ragazza, il cui corpo nasconde, però, segreti agghiaccianti. Il ritmo di suspense crescente del film va di pari passo con il dipanarsi di questa semplice e geniale idea: mentre i due Dottori, padre e figlio, si addentrano nei segreti del cadavere tra sangue e organi, si ha allo stesso modo la sensazione di addentrarsi in un incubo sempre più opprimente di torture e supplizi, tra dolore e desiderio di vendetta. Una lunga discesa verso il baratro finale, alla ricerca di una spiegazione – una ricerca che, all'inizio, pare meramente fisica e scientifica (ovvero, che cosa ha causato la morte di questa donna?) che però diventa, pian piano, ricerca di una motivazione che possa essere, in qualche modo, giustificabile o almeno spiegabile da un punto di vista, oltre che scientifico, soprattutto umano e antropologico: PERCHE' E' MORTA? E ogni piccola scoperta di violenza su quel corpo inerme e sensualmente macabro getta un'ombra scura sull'umanità intera. Ogni passo avanti nell'autopsia è un passo indietro nel tempo, nella civiltà e nel cammino umano.
A tutto ciò, infine, si aggiunge il fascino di un villain perfetto:
Ovvero la ragazza morta. Non ricordo un film in cui vi sia un contrasto talmente potente e dannatamente riuscito tra l'indole del carnefice (spietata) e la sua gelida e presunta inerme immobilità (anche perché dovrebbe essere morta!). Questa donna, rigida, immobile e fredda (in una parola, di nuovo: morta!) riesce – nonostante ciò – a comunicare un odio davvero profondo e privo di pietà alcuna, mentre i suoi occhi, nonostante siano grigi vacui e vitrei, esprimono un compiacimento nel perpetrare la violenza talmente godurioso da lasciare impietrito lo spettatore, come se fosse stato trafitto dallo sguardo della Medusa.