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JOHNNY GUITAR regia di Nicholas Ray

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amterme63     8 / 10  13/01/2008 22:54:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche Johnny Guitar è uno di quei film hollywoodiani così ben fatti dal punto di vista tecnico e emotivo. Sono film intramontabili che affascineranno sempre. D’altro canto mostra anche i soliti limiti, come il rispetto delle convenzioni narrative legate ai “generi” e il rigido moralismo perbenista (siano nell’epoca in cui vigeva la censura del codice Hays). Ray è però il primo che, pur rispettando formalmente queste regole, cerca di svuotarle dal di dentro, creando figure anticonvenzionali e suggerendo temi e opinioni scomode per l’epoca. Certamente ci si limitava solo a suggerire e quindi solo chi era perspicace e scaltro riusciva a cogliere queste novità.
Il film formalmente è un western, però non si può fare a meno di notare la mancanze di certe caratteristiche tipiche o la scarsa evidenza di altre. Mancano gli indiani, non ci sono le mandrie, le carovane, i bovari, gli affolati saloon e le sparatorie di gruppo. Gli ambienti e le azioni si rarefanno per dare evidenza soprattutto ai personaggi, che sono la chiave del film. Sono le complicazioni psicologiche dei personaggi il vero tema del film. Infatti nel film spiccano soprattutto i dialoghi; è un film molto parlato e le conversazioni sono sempre o brillanti o emotivamente intense, sempre e comunque espressive.
L’anticonvenzionalismo si nota subito dai protagonisti che sono due donne, rovesciando il luogo comune che vuole il western fatto solo di pistoleri o eroi uomini. Vienna e Emma sono due aspetti diversi della parte femminile che sconfina nel maschile. Per Vienna è solo una questione di indipendenza formale e materiale, per Emma è soprattutto un problema sessuale. Vienna accetta la sua parte maschile, la vive liberamente (si veste e si comporta volentieri come un uomo) e nel finale riesce anche a coniugarla con la sua parte femminile che desidererebbe un appoggio affettivo. Emma invece è una lesbica repressa. Odia Ballerino Kid (un pistolero) perché “riesce a farla sentire donna”; ama/odia Vienna perché la sente in parte simile a lei. Anche Ballerino Kid ha la sua parte di ambiguità. Fa la corte a Vienna ma la vorrebbe come si vuole un trofeo; in realtà il suo cuore batte per Turkey, un giovane e delicato componente della sua banda. Il tema della bisessualità tornerà molto più in evidenza in “Gioventù bruciata”.
Emma (interpretata da una magnifica McCambridge) è il personaggio più interessante e bistrattato del film. Già “antipatico” per via della sua devianza sessuale, Ray lo utilizza anche per sferrare un forte attacco al senatore McCarthy e alla sua caccia alle streghe. Emma ha lo stesso fanatismo, lo stesso linguaggio, gli stessi metodi persecutori, la stessa spregiudicatezza dell’American Legion of Decency e del Comitato contro le Attività Antiamericane. Uno spettatore scafato se ne accorgeva subito all’epoca. In ogni caso nel film si mette in evidenza che la massa è solo soggiogata e se può, fa volentieri a meno di queste figure. Peccato che il personaggio di Emma diventi nel finale troppo cattivo, quasi una belva disumana. Ovviamente la storia farà in modo che venga fatta fuori senza pietà, riaffermando di nuovo l’assunto tipicamente americano che ad una minaccia si risponde con gli stessi mezzi con cui questa si propone (occhio per occhio, dente per dente).
Dal punto di vista tecnico si nota la tipica perfezione formale dei film di Hollywood. Qui si accentua l’attenzione per l’espressione e la psicologia dei personaggi con molti primi piani. Bellissima è la scena del dialogo notturno fra Vienna e Johnny Guitar. Nel buio, fasci di luce intensa illuminano la faccia della Crawford mettendone in risalto i tratti angolosi e facendole brillare gli occhi. Sembra quasi che Ray si sia ispirato ai quadri del Caravaggio.