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JOHNNY GUITAR regia di Nicholas Ray

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8 / 10  14/08/2014 18:37:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando si dice cadere in piedi, mollato Hughes, Ray nonostante i bassi fondi e le intemperie con la Crawford che intendeva salvaguardare il suo status da star quale era, mettendo mano al copione, infatti il film ruota attorno a lei, sulla sua figura tragica, determinata, sola contro tutti, sulla rivalità tra donne, avvincente duello oltre che di cowgirls anche di recitazione, avvolte anche andando sopra le righe.
Dicevo al di là di una serie di ostacoli palesatisi, Ray confeziona una di quelle opere barocche per cui è ricordato in Europa, in patria difficilmente gli veniva legittimato il suo effettivo valore, anche il ribaltamento dei cliché fordiani (quando ha messo mano ai western ha dato sempre l'idea di ispirarsi a Sturges) sono stati un atto di imputazione.Suggestivo il primo quarto d'ora nel saloon, verboso ma tutt'altro che tedioso, una serie di botta e risposta, con una McCambridge assatanata che pretende la testa di Vienna, cromaticamente intensa la scena dell'incendio, lui che questi guizzi di colore accesi in contesti cupi li ha nel sangue, da ricordare il celebre giubetto rosso di Dean. Quando c'è odore di western Ward Bond non manca mai, particina che però con lui si fa sempre notare, parlò di Borgnine naturalmente, e poi Sterling Hayden che alle spalle aveva si 'Giungla d'Asfalto' ma all'orizzonte c'era nientepopodimeno che il richiamo di Kubrick,