elio91 6 / 10 28/11/2011 21:24:32 » Rispondi Un Bergman che si prende la libertà di giocare uno scherzetto. Ai critici, forse a sé stesso dato che questo bizzarro film, che nasce dopo il meraviglioso Silenzio a conclusione di una trilogia angosciante "e seria", è qualcosa di difficile collocazione anche all'interno della sua filmografia. Una pellicola che molti hanno accostato anche a Otto e Mezzo di Fellini, e qualche punto in comune c'è: la voglia di fare una sorta di metacinema prima di tutto, poi il forte senso autobiografico e quella sorta di harem che è la villa in cui è ambientata la vicenda. Però davvero dove Bergman voglia andare a parare non si capisce per nulla: il suo è appunto uno scherzo, come tale va visto e senza interpretarlo troppo. Certo i critici all'epoca parlarono anche di "cattivo gusto", ma perdonabile perché l'autore era già riconosciuto come un gigante della cinematografia. Questa definizione è esagerata rivedendolo oggi, il primo film a colori di Bergman ha una fotografia deliziosa e alcune scene sono stilisticamente impeccabili. Ma delle sue commedie è certo oltre che la più sperimentale la meno riuscita, non si riesce a ridere e ci si diverte soltanto nella sequenza dei fuochi artificiali.
Ma parafrasando ancora una volta il critico che parlò di cattivo gusto (e mi pare giusto visto che il film è diretto principalmente contro di loro): a Bergman un passo falso DEVE essere perdonato. La sua impronta è comunque riconoscibile, però do la sufficienza giusto perché è lui.