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SINFONIA D'AUTUNNO regia di Ingmar Bergman

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tyler     10 / 10  14/05/2007 04:00:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ennesimo straordinario capolavoro di Ingmar Bergman, che come pochi altri al mondo abbina una sapienza cinematografica da insigne maestro ad una capacità di leggere nelle più recondite e inesplorate zone oscure dell'animo umano.
Tralascio volutamente i commenti tecnici, poichè mi sembra superfluo decantare lo stile registico, la fotografia, le musiche e l'incredibile bravura artistica delle due protagoniste e vorrei invece soffermarmi maggiormente sulla tematica del film, che comunque non è nuova nel cinema di Bergman; stò parlando dell'incomunicabilità.
Il regista svedese si avventura in quest'opera nei meandri di una tipologia di rapporto molto spesso dogmatica e oserei dire quasi sacrale, ovvero quella complessa e al tempo stesso naturale e spontanea dell'amore tra madre e figlia.
Resto sconcertato tra le altre cose, della conoscenza che il regista ostenta riguardo all'universo interiore femminile. così delicatamente complesso e spesso inaccessibile soprattutto a noi uomini.
Ma ciò che tra le altre cose traspare nel film, è l'impossibilità di lasciarsi alle spalle ciò che resta sepolto nell'irrisolutezza...ogni cerchio rimasto aperto nonostante il trascorrere degli anni e degli eventi, una tematica che in questo momento della mia vita sento fortemente e in maniera profonda.
Nell'incredibile scena del confronto tra le due donne, ogni dettaglio che sia di natura visiva o sonora, ogni singola frase, ogni singola parola, trasfondono chiaramente e inconfutabilmente una disperazione e un'angoscia che soltanto l'aver sperimentato in qualche maniera le sensazioni di cui sopra, può fornire la chiave d'accesso ad una comprensione più profonda e di maggior spessore in chi ne fruisce.
Il finale poi è meraviglioso, in quanto lascia comunque uno spiraglio di luce nonostante tanta bruttura e proprio in questo risiede a mio parere la straordinarietà dell'essere umano, capace di contenere in un'unica soluzione, il più abbietto dei pensieri e al tempo stesso la più ammirabile capacità di sentire e agire di conseguenza.
Malgrado il malessere generato dal non comprendere e dal non essere compresi, la natura umana è dotata di pietà e di compassione, forse riconoscendo nei limiti dell'altro i propri stessi limiti, fino all'abbandono del pensiero individuale che magicamente lascia il posto all'amore, unica chiave di comprensione universale e insostituibile strumento atto a trascendere i propri egoismi, seppur fondati in certuni casi su basi oggettive.
Una cosa è certa...mettendo a nudo gli uomini, Bergman mette a nudo noi stessi e inevitabile è il confronto e la riflessione al termine della visione di ogni sua opera.
E' sempre stata questa la finalità da me ricercata nel cinema e nell'arte in genere e fin'ora mai come nel caso di questo straordinario fotografo dell'intimo, mi era riuscito di trovare un così forte appagamento in tal senso.
Non riesco a dare meno di dieci a capolavori di tale fattura e mi rincresce non riuscire a trovare quasi mai nel cinema attuale, opere degne del confronto con queste perle del passato.
tyler  14/05/2007 04:03:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pardon..."finora" :-))
é tardi e il sonno si fa sentire!