nocturnokarma 6½ / 10 17/01/2013 22:28:47 » Rispondi Il più verboso e faticoso della "trilogia del silenzio di Dio". Una ridiscussione della propria fede fatta non di silenzi, ma con un continuo ricorso alla parola. Bergman non lascia parlare le immagini, come nei folgoranti altri due "capitoli", e il senso di oppressione e disagio che i cupi e meditabondi sono un ostacolo non indifferente per lo spettatore. A fare uno sforzo si apprezza però il dubbio dell'autore, le cui domande non hanno risposte, e con assenza di predica c'è solo un abisso di gesti (e riti) la cui finalità non è né salvifica né consolatoria.