wega 7 / 10 16/06/2008 09:58:29 » Rispondi Il titolo, "Un mondo di marionette", è perfettamente evocativo riguardo ciò che rappresenta la pellicola. Marionette vittime dell'istinto umano, incontrollabile. L'istinto sessuale per una sessualità repressa, l'istinto metafisico che muove i fili del rapporto di coppia, l'istinto professionale di uno psichiatra vittima delle stesse pulsioni. Struttura narrativa insolita per Bergman, inizia con un flashforward che anticipa con la massima trasparenza ciò che è accaduto, per poi passare ad una ricostruzione filmica a didascalie, con intervalli temporali via via sempre minori, e per finire con l'epilogo. Il film ha qualcosa di "Persona" col suo stampo quasi sperimentale, e qualcosa di "Il rito", nella caratterizzazione psicologica dei protagonisti, e di "Scene da un matrimonio" nel rapporto di coppia. E' l'inizio degli anni '80, Bergman, ha finalmente la possibilità di mostrarci la donna come ha sempre voluto, senza censura.