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ALIEN: COVENANT regia di Ridley Scott

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  27/09/2017 09:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Indeciso tra sequel e reboot Ridley Scott si discosta non poco dai temi intrapresi con "Prometheus". Forse conscio del fatto d'aver deluso gli estimatori della saga eliminando quasi del tutto l'attrazione principe, ovvero i cari e famelici xenomorfi, tenta di recuperare innalzando il livello di gore concedendo parecchio spazio alle scene action, che pur ricalcate su cose già viste milioni di volte, e non solo nei film precedenti, funzionano bene grazie al gran mestiere del filmaker britannico sempre in grado di sedurre il pubblico, anche grazie al cospicuo budget speso -in buona parte- per la creazione delle eccellenti scenografie.
"Covenant" inciampa goffamente su alcune incongruenze di sceneggiatura, che purtroppo accoppiate con alcuni comportamenti idioti da horrorucolo di serie b, non rendono merito alla grandezza di un franchise così importante cui Scott vuol dare forma più cristallina fornendo risposte (personalmente non poi così agognate).
La presenza degli "Ingegneri" diventa marginale, si filosofeggia banalmente riguardo l'origine dell'uomo e sui motivi per i quali una razza superiore dovrebbe sottomettersi ad una palesemente inferiore. Una sorta di normale evoluzione prende campo, esposta nell'incipit scenograficamente abbacinante quanto sciatto, ma incisivo a livello di argomentazioni intavolate dal ritrovato David. Ad interpretarlo sempre Michael Fassbender qui chiamato ad uno straordinario a dir poco pronosticabile con largo anticipo.
A proposito di interpreti purtroppo la crew spaziale questa volta non lascia traccia, ed in primis ad essere dimenticabile in tempo zero è l'immancabile eroina di turno (Katherine Waterstone), che, poveretta, costretta al confronto carismatico ed evocativo con Ripley/Weaver, viene spazzata via tipo foglia da un uragano.
Preso come film ponte, ovvero tramite per quello che presumibilmente verrà, "Covenant" vanta la sua dignità, seppur al netto di alcune situazioni poco azzeccate e a tratti imbarazzanti (i dialoghi tra androidi al suono di un flauto, l'elementare utilizzo dell'opera wagneriana, l'ottusa ostinazione nel mettere in pericolo i coloni, gli alieni allo stato primitivo, ecc...) trova un accettabile brio narrativo con annesse interessanti soluzioni rivolte all'anno 2122 e al possibile ricongiungimento con la mitica astronave-cargo "Nostromo".