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SAW: LEGACY regia di Michael Spierig, Peter Spierig

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Jolly Roger     6½ / 10  08/01/2019 00:47:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La saga di SAW sembrava chiusa al settimo capitolo e, forse, sarebbe stato giusto che così fosse. Ma potevano davvero abbandonare una saga così redditizia?
Ovviamente no!
Perciò, ecco spuntare un ulteriore ottavo capitolo di questa saga, presunta defunta e con un protagonista anch'egli presunto defunto, ma, di nuovo, riesumato. E massimamente operativo.

La saga, a mio parere, era un po' degenerata, capitolo dopo capitolo, sotto l'aspetto della credibilità, soprattutto per le torture che mostrava, sempre più ingegnose e astruse e di conseguenza sempre meno credibili – nonché sotto il punto di vista della storia, che, a furia di aprire parentesi su parentesi, aggiungere protagonisti e aiutanti vari, anelli su anelli in questa catena di torture, era ormai diventata un castello gigantesco che si reggeva su un equilibrio sempre più precario…ma comunque sostenibile, perché si reggeva su fondamenta tutto sommato resistenti: quelle della coerenza.
Sì, tutti gli episodi, dal primo al settimo, pur sfondando la sfera del possibile, sono dannatamente coerenti. Non si può eccepire nulla su questo: nessun episodio contraddice i precedenti e tutti si incastrano alla perfezione.

E' proprio sotto il profilo della coerenza con la saga che il nuovo capitolo crea una crepa in un vaso articolato e perfetto, facendolo andare in cocci. Questo episodio pretende di camminare parallelamente a tutti i capitoli precedenti, senza intersecarsi con essi…evitando, quindi, già a monte il problema di doversi necessariamente incastrare con gli altri, in quanto, appunto, concepito per essere solo parallelo ad essi e non consequenziale, né collegato, agli altri.
Ma proprio questa soluzione di parallelismo è, in realtà, ben lungi dall'essere una soluzione, diventando invece essa stessa il problema: la possibilità che tali eventi siano paralleli agli altri e disgiunti da essi è così altamente improbabile da diventare impossibile. Il cerchio (già enorme) degli eventi della saga era già stato chiuso nel modo più coerente possibile dal capitolo settimo, col Dottor Gordon.
Non si può aprire l'ennesima parentesi quadra di una parentesi quadra di un cerchio già chiuso. Diventa insostenibile ed è proprio questo a porsi in contraddizione con l'impianto degli eventi precedenti.
In ciò sono d'accordissimo con il commento precedente di Slipknot.
Dove invece non sono d'accordo è che questo film, tutto sommato, funziona bene. Il livello generale è più alto degli ultimi due capitoli, sia per trama che per tensione. Bella l'idea dei livelli temporali.
Davvero soddisfacente vedere nuovamente all'opera JigSaw, quello vero.

Nel complesso, mi sento di dare un buon voto.
Anche perché questo episodio segna un passaggio di livello, una specie di ascensione, del personaggio JigSaw. Il primo capitolo è stato un capolavoro. Poi, SAW si è trasformato in una specie di serie di film concatenati, come le puntate di una serie tv.
Ora, JigSaw è definitivamente un personaggio del cinema horror. A tutti gli effetti, è come un Jason Voorhees, o un Leatherface. Basta la sua presenza a fare il film, non è nemmeno più obbligato ad essere coerente col passato ;-) un po' come Leatherface, appunto (infatti, in tutta la saga di Non Aprite Quella Porta, tra seguiti, prequel e sequel e remake eccetera, di coerente nel complesso c'è ben poco).
JigSaw è l'icona assoluta del torture porn, e penso che nei prossimi anni lo vedremo ancora abbastanza spesso, seppur in storie che mal si innesteranno sulle precedenti.