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IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL regia di Hayao Miyazaki

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julian     6 / 10  31/12/2008 03:13:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Massì dai, un bel 9 per i disegni, perchè in fondo parla di guerra e d'amore, perchè Miyazaki è un maestro e anche perchè vedo tanti bei voti alti qui e dunque gli altri condivideranno il mio commento...".
E no eh, non facciamo così...
Secondo film di Miyazaki che vedo, seconda tranfata sui genitali. Non che sia pesante da vedere, ma che sia tutto tranne quello che voi dite che è.
Ho appena finito di vederlo e il fatto eccezionale che io stia qui a commentarlo a freddo senza neanche vari giorni di meditazione vuol dire solo che la media 8.42 urlava ad un mio intervento.
Ah, premessa, soprattutto per Enzo che domani verrà qui ad incazz.arsi: l'ho visto aspettandomi il meglio, mi era stato consigliato persino da un amico quindi ci credevo davvero... il mio 6 perciò non è programmato, nè condizionato da alcun odio verso l'autore giapponese.
Allora passiamo al succo. Nulla da eccepire sull'animazione naturalmente, il castello è disegnato meravigliosamente, così come tutto il resto.
Ma tutto ciò che di positivo riesce a sfilarmi questo film è solo un freddo elogio sulla tecnica, come successe anche per La città incantata.
Il problema principale è che i giapponesi vivono eccessivamente nel mondo della magia; se da un loro film o cartone non sbuca all'improvviso un dragone rosso lanciafiamme non sono contenti.
Ci sono stati alcuni momenti in cui Howl mi è sembrato un bel film, sicuramente meglio de La città incantata. E' stato all'inizio.
Successivamente ho cambiato opinione.
Il frullato di idee confuse che Miyazaki fa dopo non può che far crollare tutto: magie, incantesimi e stregonerie ingarbugliate impicciano la storia. Uno che non ha visto il film 237 volte non capisce niente. Uno sfortunato che per un secondo deve andare in bagno e preme stop è costretto a ritornare indietro di dieci minuti perchè già non si ricorda più cos'è successo.
Insomma occorre far chiarezza, sintetizzare, semplificare. Un cartone lo si guarda anche per questo, perchè si presuppone che sia più semplice.
Ma vabbè lui vuole far così, ha voluto cambiar le regole... buon per lui e per voi a cui piace.
Salvo, così come feci per La città incantata, i personaggi: il delizioso fuocherello, lo spaventapasseri e forse pure il cagnolino, solo che anche questi sembrano esser stati riciclati dai lavori precedenti.
Cmq la morale è importante: la guerra è inutile e l'amore è forte più di ogni altra cosa. Grazie al profeta Miyazaki per averci dato questi insegnamenti.
Il finale ? Mi sa che è pure inutile che ve lo stia a ricordare di quanto è banale.
4 stelle pure sui dizionari. Sarò strano io...
Gatsu  31/12/2008 03:41:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma sai, apparte che se il mondo lo trova interessante e magico e tu no non vuol dire che a tu non capisci l'arte, potrebbe trattarsi di una psicosi di massa( non la escluserei mica!).

Il fatto è che il film, i suoi film, sono pura magia...se sta intrippato per quello concediamolo! Potrebbe anche darsi che non ci sono film di questo genere che esplodono di magiche allucinazioni( e pure di draghi rossi che sputano il fuoco ) come i suoi...i giapponesi i cartoni sanno fare( solo quello :)), daltronde se loro si vedono un film italiano sanno che ci troveranno la mafia di sicuro! Non so se mi hai capito, e per questo che il film è molto bello perchè ti aspetti di trovarci maghi e fuocherelli che in effetti non mancano mai, e lo spettatore parte a viaggiare...
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  31/12/2008 18:59:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, comunque il Mereghetti dà il massimo alla città incantata (4su4); mi sa anche ad howl (un 3.5), ma non ci scommetterei.
Non è questo il punto, comunque.
Eppoi... no, non mi in***** mica; non mi permetterei mai di discutere sui tuoi gusti personali.

Non è un freddo elogio della tecnica, proprio in quanto "ricco di riferimenti autobiografici" (cit. miyazaki); e non solo. E' un elogio alla pittura e alla poesia, semplicemente [quel che ho da dire l'ho scritto nella recensione che ho finito ma fa schifo, ma che se vuoi t'invio in pm post ennesima ri-stesura].
"Cmq la morale è importante: la guerra è inutile e l'amore è forte più di ogni altra cosa. Grazie al profeta Miyazaki per averci dato questi insegnamenti."
Non credo sia proprio così, sai?
La guerra è un contesto che richiama alla vita privata dell'autore, mi riferisco alla splendida sequenza degli aerei che irrompono nei giardini dell'infanzia di Howl (quel luogo come la casa delle sorelline Mei e Satsuki in Totoro); miyazaki s'è sempre sentito in colpa per aver vissuto in un posizione privilegiata rispetto ai suoi connazionali, durante la guerra.
Non è tanto una fiaba sull'ammore, ma più su ciò che l'amore (quello vero) rappresenta: vivere a pieno la vita, oltre le difficoltà. Sophie trova paradossalmente nella vecchiaia lo spirito della giovinezza, un po' come l'autore pare abbandonarsi ai suoi disegni e a sequenze oniriche che - se mal interpretate - possono rendere quell'idea di barocco che tu e wega avete riscontrato.
Riguardo il finale, riporto ciò che ho già scritto a jel:
"maddai il finale è bellissimo, te lo dice uno che nei suoi giudizi è sempre obbiettivo e assolutamente imparziale.
è la prima volta che miyazaki racconta una vera e propria storia d'amore; lo fa a mio parere con molta ironia, con lo sguardo di chi, ormai vecchio, la sa lunga su come gira il mondo... proprio come sophie.
In una battuta della maga Suliman si scorge appunto tutta l'ironia del regista a riguardo: "Un lieto fine? E' questo che vuoi? Non pensavo fossi un simile romanticone..."
E poi la musichetta finale, all'apparenza stucchevolmente fuori luogo o almeno insolitamente messa lì, parla invece di separazione e abbandono; probabilmente l'intenzione di miyazaki era prorpio quella di diluire l'eccesso di glucosio, come a voler porre l'accento sulla precarietà di quel bel lieto fine [lacrimucciia]".
Quello di Sophie è un viaggio (hai notato il colore dei suoi capelli? nonostante egli abbia riacquistato la sua giovinezza, dopo la rottura dell'incantesimo che legava calcifer ad howl, rimangano bianchi; perché secondo te?) che forse potrebbe non averti stregato o ammaliato, ma che sicuramente banale non è; o forse del meraviglioso mondo di miyazaki tu non vuoi farne parte, maledetto eretico.
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  31/12/2008 19:00:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caz, ho scritto troppo e anche male; pardon, non era mia intenzione. Ma visto che sono stato chiamato in causa...
julian  31/12/2008 20:15:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nono tranqui, ti sei spiegato bene.
Per uno spettatore medio, come appunto me e wega, il film appare come ho descritto io nel commento.
Tutti i motivi personali del regista puoi rintracciarli se studi la sua vita, la sua formazione, in poche parole se ti vai ad informare.
Non può pretendere, il caro Miyazaki, che tutti colgano i riferimenti alla sua infanzia.
Cmq ciò che nn puoi spiegare nè al quale puoi controbattere è la mia critica al mondo esageratamente magico di Miya e dei giapponesi in generale.
Questa è una cosa che irrita me, è una mia (e forse non solo mia) mancanza.
E detto questo devo concludere che non entrerò mai a far parte del tuo Miyazaki club, credo.
Io vo a magnar. Buon cenone, buon anno e buon veglione !
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  31/12/2008 20:32:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sono proprio appena riconnesso, quindi risposta-lampo prima di levare le tende ché sono in ritardo.
Non credo che Miyazaki pretenda questo, più che altro rende personale un qualcosa di altrimenti anonimo; o, meglio, proietta una sua condizione esistenziale (la vecchiaia, appunto), come è giusto che sia (altrimenti non avrebbe quasi senso fare un film del genere, senza appunto avere qualcosa da dire).
Non so, a volte si ha proprio l'impresisone che un film non gli basti ad esprimersi completamente... che abbia bisogno d'altro, bisogno d'infinito. E' come se fosse lo spettatore a danzare insieme a lui, a fianco di Howl e Sophie, in un rapporto di intima complicità che t'avvolge tutto dall'inizio alla fine.
E' per questo che adoro questo film; lo trovo sincero, di una sincerità disarmante.
Però, pensaci, perché è piaciuto a così tanta gente? Non credo che TUTTI conoscano a fondo l'autore, eppure gli è piaciuto. Forse perché utilizza un linguaggio complesso ma che riesce paradossalmente in maniera semplice e diretta a farsi strada nello spettatore. Mi spiace che a te non sia arrivato niente.

P.S.

Buon anno!