caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IN THE BASEMENT regia di Ulrich Seidl

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  14/12/2017 10:13:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La cantina si presta facilmente alle osservazioni di Ulrich Seidl: luogo nascosto per antonomasia, ove le persone possono tranquillamente sbarazzarsi della maschera indossata durante la giornata per svelare il proprio essere, alimentato da passioni e hobby, spesso sfocianti in vere ossessioni deviate.
La regia statica con annesso approccio mai critico ci porta a conoscenza di vari personaggi più o meno bizzarri: c'è il nazista nostalgico ed ubriacone, la donna che tratta orridi bambolotti come fossero bimbi in carne ed ossa, la coppia con lei padrona e lui schiavo asservito non solo nei giochi sessuali, l'amante delle armi da fuoco con la fissa della lirica, la masochista che si fa umiliare mentre paradossalmente lavora per le donne vittime di violenza; quest'ultima, più di tutti, incarna alla perfezione l'ipocrisia, la finzione e i contrasti che Seidl vuole dimostrare secondo un teorema sviscerato con fare documentaristico distaccato e glaciale, in cui impera il grottesco mentre la normalità -rappresentata ad esempio da un tizio intento ad allenarsi o una giovane rock band alle prese con prove più qualche piccolo sballo- viene illustrata solo per pochi secondi, come a sottolineare che lontano da sguardi giudicanti la maggioranza dell'umanità si lascia andare esplodendo il proprio lato più ostico, impudico ed inaccessibile.
"The basement" vorrebbe riflettere lo sguardo dello spettatore come in un perverso gioco voyeuristico, ma l'impronta surreale sfugge un po' di mano provocando più avversione che coinvolgimento.