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LA FRATELLANZA (2017) regia di Ric Roman Waugh

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Spotify     7 / 10  02/03/2018 05:49:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un buonissimo thriller questo "Shot Caller" di Ric Roman Waugh.
Non aggiunge nulla ne al filone thriller-drama, ne al filone dei film carcerari, d'altronde non lo pretende neanche, visto che di pellicole come questa ne sono state realizzate un'infinità.
Detto questo, Waugh è uno che, sembra sappia il fatto suo, in quanto il suo lavoro, riesce ad intrattenere, anche più del dovuto, e la storia, benché non originale, risulta comunque essere intrigante.
La trama vede protagonista Jacob Harlon, un uomo d'affari al quale non manca nulla. Una sera, va a cena fuori con sua moglie e una coppia di amici. Alla fine della serata, sono tutti un po' ubriachi, Jacob compreso, ma nonostante questo, Harlon si mette alla guida della propria macchina per riaccompagnare gli amici a casa. A causa della sbronza, Jacob non si ferma ad un semaforo e ciò causa un violentissimo incidente con un'altra macchina e uno dei due amici di Harlon e sua moglie, muore. Jacob finisce in carcere e riceve una severa condanna in processo. In galera Harlon stringe presto un rapporto con quelli della fratellanza ariana, un gruppo senza scrupoli di criminali neonazisti. In fretta, Jacob comincerà a scalare posizioni all'interno della fratellanza, fino a perdere la propria identità e a diventare "Money", un temibile gangster. Una volta scontata la pena, "Money" esce e, gli viene immediatamente affidato un incarico molto importante e pericoloso da quelli della sua gang.
Waugh gira un film molto duro, violento e disfattista. Per il regista, l'uomo, anche quello più onesto, una volta finito in carcere, non trova più redenzione, anzi, se vuole sopravvivere in galera, è costretto ad adattarsi in fretta alle nuove regole che ora essa impone. E la cosa peggiore di tutto ciò, è che in poco tempo, si può arrivare a perdere la propria personalità, dimenticando il passato vissuto, per quanto bello possa essere stato.
In questo film, il director, tende a mettere in luce la bestialità dell'essere umano. Waugh ci mostra come anche nella persona più tranquilla, si nasconda, da qualche parte, uno spirito animale, pronto solo ad essere liberato. E ciò, ci è fatto vedere in maniera molto diretta.
La caratterizzazione dei personaggi è buona, pur basandosi un po' sui soliti cliché.
"Money" è senza dubbio un soggetto interessante. Lo spettatore ha l'occasione di assistere alla rapida metamorfosi di quest'uomo, totalmente inaspettata, visto come lui era nella vita normale. Il plauso qui va fatto soprattutto al director per la direzione di Nikolaj Coster-Waldau.
Il ritmo scorre veloce, anche grazie a più dimensioni temporali che sono presenti nella narrazione, le quali ci permettono di vedere Jacob alla sua vita presente con diversi salti indietro nel passato, i quali ci mostrano il protagonista sia nella sua vita normale, sia in quella carceraria.
Non manca ne l'azione ne il sangue, quest'ultimo realizzato con degli ottimi effetti, molto realistici.
Di suspense, non ce né moltissima, però funziona quando il director decide di crearla, come ad esempio durante il finale.
L'epilogo è un po' prevedibile, ma lascia comunque soddisfatti. Oltretutto è parecchio pessimista.
Nikolaj Coster-Waldau è autore di una bella performance. Nulla di straordinario, però riesce a fare il duro pur non avendo quel tipo di faccia. L'attore, in certi momenti, riesce anche ad essere molto intenso. Ottime le movenze nelle sequenze più violente. Buone le espressioni e niente male la recitazione dei dialoghi, parlati sempre con durezza.
La scenografia, specie quella ritraente la prigione è ben valorizzata. Il regista ne fa una specie di "campo della morte", non c'è pietà per nessuno.
Riuscita anche la fotografia, la quale ben si sposa con la location.
La sceneggiatura è la cosa che mi ha convinto di meno: l'ho trovata superficiale e frettolosa in diversi punti, in altri invece le cose vengono spiegate malissimo. Poi, secondo me, il cambiamento di Jacob, avviene in maniera troppo rapida e onestamente non risulta molto credibile. Almeno questo viene in parte mascherato dalla bella regia. Come minimo, sono ben delineati i diversi momenti temporali della storia. La stesura dei personaggi non dispiace e i dialoghi, seppur abbastanza tipici, funzionano.

Conclusione: un thriller che fa quello che deve fare, non pretendendo nulla. Una visione la vale, non resterete stupefatti ma vi godrete una onestissima crime story.