caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI regia di Martin McDonagh

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
marcogiannelli     8½ / 10  12/05/2018 19:31:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Voglio usare delle parole di un amico a cui farò delle modifiche per cambiare cose su cui discordiamo e aggiurgerci del mio laddove penso che serva.

CONTIENE DEI FO*TUTISSIMI SPOILER, per cui non ne valeva la pena mettere tutto sotto SPOILER, quindi leggete SOLO SE AVETE VISTO IL FILM. VI ho avvisati.

"Mildred - un'aliena Frances McDormand - Decide di mettere i suoi manifesti come vero e proprio grido d'accusa verso una polizia, quella del suo paese che non solo non ha trovato il colpevole dell'assassino, con stupro, della figlia, ma che nemmeno se ne frega di cercarlo.
E allora questa donna, una donna prosciugata dal dolore e dalla rabbia, una donna che se ne va in giro vestita come un meccanico, questa donna ha deciso che se la sua voce non si sente che siano le lettere, grandi e imponenti, a farlo al posto suo.
Buffo come questo film ribalti completamente il ruolo che portò la McDormand sulla scena, quello della poliziotta di Fargo. Lo ribalta sia come ruolo (lei è ora la cittadina contro i poliziotti), sia come carattere, tanto buona e dolcissima nel film dei Coen tanto belva assatanata, ******* e insopportabile in Tre Manifesti. Perchè, questo personaggio lo ami alla follia ma è un dato di fatto che sia *******, belva assatanata e insopportabile. E lo era probabilmente ancor prima che sua amata figlia finisse nelle mani di un mostro. Anzi, c'è quel flash back che fa male come un cazzotto
"spero ti stuprino"
le disse, e io son convinto che il ricordo di quella frase ha accelerato il processo di distruzione di questa donna, ha aumentato il dolore, ha espanso il senso di non-vita ma, forse, ha fatto anche crescere quella rabbia che porterà Mildred ad essere un carro armato che non guarda in faccia a nessuno, un carro armato capace di mettere alla berlina il capo della polizia malato di cancro, di dare calci sulle palle e sulle ovaie ai compagni del figlio e di bucare il dito di un dentista grasso e ostile. O di fare quello che farà verso la fine, con le molotov. O di fare, forse, quello che vorrebbe fare dopo la fine del film. Un personaggio talmente di ***** che risulta adorabile.
Ed è qui che tocca fa un primo passo e accenno alla sceneggiatura perchè riesce in quello che è quasi un miracolo. Ovvero quello di creare un'empatia pazzesca con tutti e 3 i personaggi principali, benchè, specie Rockwell, siano dei grandi pezzi di *****.
E ***** di ruolo Sam, grassottello, stupidissimo, cattivo, incompetente, bambinone, un vero schifo sei. Ma che ***** avrà visto Harrelson in te quando t'ha scritto quella lettera? Eh, ma noi ti conoscevamo da un'ora, lui da anni. E allora quando ha scritto che eri un buono io mica ci credevo. E poi invece arriva l'ultima mezz'ora in cui diventi un'eroe tragico del nostro tempo, un personaggio che non te lo dimentichi più.
E Harrelson? Ah, ma l'avete visto quando spiega il gioco della pesca ai figli? L'avete visti i suoi occhi rossi? Occhi di un uomo che sa tre cose:
1 che quella è l'ultima volta che giocherà con i propri figli
2 che di lì a poco farà l'amore per l'ultima volta con la moglie 
3 che di lì a poco più di poco si ucciderà.
Ed è bellissima la lettera che lascia alla moglie, quella del giorno stesso.
E Landry Jones allora? Uno straordinario attore emergente.
Ed è un magnifico film con della black comedy, pur essendo un film sul dolore come ce ne sono pochi, un film di una madre che ha visto sua figlia stuprata e uccisa, che ha visto un poliziotto uccidersi per un cancro, che ha visto l'altro poliziotto rovinarsi per sempre la vita in un rogo. E se poi i dialoghi son brillanti non cambia niente, non attenua il dolore, non nasconde la tragedia, non ne mina la verosimiglianza. McDonagh è un maestro dei dialoghi, lui viene dal teatro e già nel sontuoso In Bruges e nel bel 7 psicopatici ci aveva deliziato con la sua brillantezza. Tre Manifesti è una tragedia senza appelli che riesce anche a farti ridere. Ma non viene depotenziata da questo.
Una regia senza virtuosismi che secondo me tecnicamente ha le due sequenze migliori una all'inizio, in quel Rockwell che vede un manifesto per volta, a ritroso (geniale). Sequenza montata da dio e con una grande fotografia. L'altra è il pianosequenza sempre di Rockwell che esce dalla stazione per andare a picchiare, e quasi uccidere, Landry Jones. Per il resto siamo sul classico, sui campi e controcampi, sul semplice mostrare senza invadere, sul preferire la bravura degli attori alla bellezza delle inquadrature o dei movimenti di macchina.
E poi c'è un altro grande personaggio, la colonna sonora, stupenda.
Tre Manifesti è un film completo, secco ma debordante, doloroso ma divertente, una specie di western in cui ci sono tre pistoleri a sfidarsi. Ma non c'è nessun vincitore, nessuno.

Mildred è davanti ad Harrelson. Si stanno scannando, lei lo umilia senza pietà. Ad un certo punto gli arriva sulla faccia un fiotto di sangue. Gli occhi di Mildred, gli occhi di Frances, cambiano del tutto, la pietà e l'umanità che l'assalgono sono talmente vere che fanno spavento.
Perché tutti loro, sotto una coltre di celodurismo hanno dell'umanità.
Ma non c'è nessun vincitore."