Jumpy 7½ / 10 29/09/2020 14:14:32 » Rispondi Dopo il primo quarto d'ora in cui non si capisce bene il film dove voglia andare a parare, ci si rende conto che
lo stupro/omicidio rimasto senza colpevole è poco più che un pretesto per raccontare un intrecciarsi di storie e drammi personali/familiari: lo sceriffo malato terminale, il poliziotto violento, razzista (e, come si intuisce, gay) che si ravvede, conflitti tra marito/mogli/genitori/figli, affetti e amicizia
Lo scenario è la sterminata provincia americana che piace tanto anche a Clint Eastwood regista (i toni ruvidi e rudi di alcuni passaggi me lo han molto ricordato. Le quasi 2 ore scorrono via con piacere: si alternano dramma e commedia, sarcasmo e sentimento ed il cast p sempre all'altezza della situazione. Per me non è però un capolavoro per una serie di motivi:
Un po' inverosimile che lo sceriffo malato terminale scriva lettere di tale profondità prima di suicidarsi. Come han notato anche altri prima di me, c'è qualche "buchetto" di trama e qualche forzatura. Il finale aperto da un lato lascia in sospeso, dall'altro lascia però con l'amaro in bocca.