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BLADE RUNNER 2049 regia di Denis Villeneuve

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VincVega     8½ / 10  07/10/2017 13:35:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Era facile storcere il naso di primo acchito. Alzi la mano chi non l'ha fatto, il rischio che uscisse fuori una boiata era possibile, nonostante in produzione ci sia Ridley Scott, si regista del primo "Blade Runner", ma non sempre sinonimo di qualità negli ultimi anni. Ma quando ho letto il nome di Denis Villeneuve, mi sono tranquillizzato. Quest'uomo non ha sbagliato un film che sia uno (ammetto di non aver ancora visto "Arrival", che sinceramente mi attrae poco, però ne parlano molto bene), spaziando in vari generi e mostrando sempre una grande qualità nell'affrontare le diverse tematiche.

"Blade Runner 2049" è principalmente una gioia visiva, uno spettacolo a cui è impossibile rimanere indifferenti, anche grazie alla fotografia magnifica di Roger Deakins. La sceneggiatura solidissima, tratteggia l'investigazione e la psicologia del blade runner "K", in un'avventura dal ritmo lento. Villeneuve si prende i suoi tempi, la cupezza dell'immagina fa il resto, atmosfere rarefatte si innestano qua e la. Probabilmente è un rischio, molti spettatori non attenti e con poca memoria (Balde Runner del 1982, era simile come ritmo), saranno refrattari a tutto ciò. Ma è l'unico modo per sfornare un grande film, e Villeneuve ci riesce. Non siamo ai livelli del capolavoro originario del 1982, che è stata una pellicola molto avanti per quel periodo, sia come estetica, che come narrazione e ambiguità della trama, che come frasi iconiche rimaste nell'immaginario. Ecco, in "Blade Runner 2049", manca un po' dell'ambiguità che era presente nel primo film, è quasi tutto spiegato e analizzato, probabilmente due visioni per cogliere le sfumature ci vogliono, ma bastano e avanzano. Comunque "2049" è uno cupo spettacolo da vedere e rivedere, anche solo per notare le varie differenze cromatiche futuristiche, in cui si passa dall'ambientazione notturna cittadina, al deserto rosso più polveroso, dalle campagne al finale nevoso. Grandi anche le interpretazioni: Ryan Gosling è una scelta perfetta per il ruolo del protagonista, chiunque altro non sarebbe stato ai suoi livelli. Harrison Ford era da un po' che non era così in forma (probabilmente da una trentina d'anni, forse l'ultima grande prestazione è "Mosquito Coast"), anche se il suo Deckard non c'è moltissimo in scena. Molto brave le attrici comprimarie (da Ana de Armas a Sylvia Hoeks). Jared Leto, fastidioso oltremodo, unica nota stonata. Anche la colonna sonora, per quanto sia azzeccata, l'ho trovata troppo derivativa dell'originale. Forse per eccellere in questo senso, non bisognava scegliere Hans Zimmer. Ma sono difettucci che non minano la grandezza dell'opera, che si avvicina, ma non arriva ai livelli dell'originale.