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POSSESSION regia di Andrzej Zulawski

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Guy Picciotto     9 / 10  08/08/2009 19:56:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Percorrere così la strada del deserto, per lasciarci dietro tutti i mondi immaginati in questi secoli stereotipati, Zulawski ci guida con occhio furtivo dandoci la residua speranza che non esista alcuna simmetria, ma solo buchi neri fatti di luce e note.
Ogni immagine che ci riguarda, e subliminalmente pornografica, e anche un parto contiene in se i germi di qualcos'altro che non sia semplice e banale espulsione di carne umana ma conflitto (più sul versante metafisico heideggeriano) dato che Anna/Adjani ha partorito due esseri: bene e male, est ed ovest (siamo nel Berlino del muro), maschile e femminile. Possession è una magnifica visione apocalittica e catartica. La storiella sul rapporto di coppia non è che una scusa per deviare subito la non-trama ed immergersi nel buio della metafisica. I pezzi cadono nell'inghiottitoio dell'assurdo, dunque, ecco la necessità imprescindibile di vivere anche l'assurdo giorno per giorno, morendo giorno per giorno... Fare dell'astrattismo e insistere (non è da tutti): l'esistenza è un ciclo: Cos'è un ciclo? E' l'assurdo per antonomasia così come è lo sforzarsi di definire materialmente il concetto di infinito. L'infinito è l'assurdo per antonomasia. Ma no. Abbiamo detto che l'assurdo per antonomasia è il ciclo della vita, dunque, ecco la necessità di accettare l'assurdo vivendolo stoicamente nella sua insana interezza. Zulawsky è stato un maestro di creatività nel cinema, di come si possa elevare questa arte rendendola davvero un coacervo di significanti, esser schiavi dunque dei significanti e non del banale significato. Gia Lacan diceva che l'inconscio si articola come un linguaggio, e artisti come Zulawski fanno con questo film il percorso inverso ma egualmente pertinente: il linguaggio si articola come l'inconscio. ...e credetemi, le possibilità che si spalancano a noi sono molteplici ed infinite, ed in questo dedalo spaventoso io intendo perdermi: per essere posseduto dalla visione.
Direi sarebbe ora di riportare in auge questo fantastico cineasta. riscoprirlo, ci sono almeno altri 2 capolavori oltre questo (la femme publique e l'importante è amare) che meriterebbero una visione. Oltre alla disarticolazione della materia questo film ci offre anche la miglior performance della Adjani, davvero immensa, da ricordare la scena del parto in metropolitana, dove davvero si fanno i conti con altri pianeti, e c'è anche da dire che questo è il film preferito per sua stessa ammissione di David Lynch
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  04/10/2009 18:13:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vidi questo film al cinema in un momento particolare della mia vita, quando uscì: nel 1981. Allora mi nutrivo di cinema e ho avuto la fortuna sfacciata di poter vedere (quasi) tutti i capolavori dei più grandi registi: da Fassbinder a Lynch, da Wenders a Zulawski, da Resnais a Truffaut, da Ferreri a Kubrick (solo per citarne alcuni)... Per un gioco della sorte, proprio in quel periodo uscivano (o circolavano nei cineforum) le pellicole più disturbanti e coraggiose della storia del cinema (almeno a mio parere): da "I Diavoli" di Russell a "Possession", dai "Racconti Immorali" di Borowycz a "Eraserhead" di Lynch, per finire con "Shining" di Kubrick, e via discorrendo... Sempre per una stranezza della sorte, li ho visti in un momento particolarissimo della mia vita, mentre un male oscuro (allora, nel 1981, oggi invece molto diffuso: le crisi di panico) mi devastava costringendomi a un intenso percorso di introspezione psicologica grazie al quale ne sono uscito. Tutto ciò per dirti che la tua lettura di questo film mi ha colpito e mi ha spinto a rivederlo con gli occhi di quarantaduenne. L'uscita proprio due settimane fa di una riedizione francese in versione integrale e originale sarà l'ottima scusa per rivivere le terribili emozioni che questa pellicola suscita alla luce delle tue profonde osservazioni. Appena sarò in possesso del dvd e lo rivedrò ne scriverò. Un salutone, Luca.
Guy Picciotto  09/10/2009 16:04:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao
certamente sono film impegnativi quelli che hai nominato, film magmatici e evocativi, , e forse anche terapeutici nel tuo caso, ho visto tutti quei titoli, e buona parte del lavoro dei registi che hai nominato, certamente i tuoi problemi passati hanno influito sulla visione e questo tipo di suggestioni in genere in situazioni simili sono letali, magari hai dato più peso del dovuto, ma qui interviene la sensibilità di ciascuno di noi, molte volte nel cinema "di una pozzanghera si fa un oceano" , o magari è stata un esperienza positiva anche aver avuto il disturbo di panico associato a questi lavori e alle fasi di presa di coscienza, ci leggo un elemento essenziale sicuramente, ovvero il rapporto spettatore-film, quindi a ruota la condizione identificativa e la dinamica proiettiva tra lo spettatore e il film, una cosa che ora come ora personalmente mi è estranea, dato che tendo sempre di più a sfocare verso l'alterità il baricentro di una mia possibile identificazione con un messaggio o un protagonista, non dimentichiamoci che gente come Lynch, Resnais e perche no anche kubrick giocano ed hanno sempre giocato con i doppi e i molteplici. Leggerò sicuramente con interesse le tue considerazioni