Febrisio 8½ / 10 16/01/2012 14:11:45 » Rispondi Un marito torna da un viaggio di lavoro. Scopre che la moglie lo tradisce. Questa però non è la tipica storia di una crisi coniugale...
Isabelle Adjani e Sam Neill danno vita a interpretazioni piene di qualcosa che ti spaventano. (la scena nella metrò è eccezionale) Un film atipico, tetro nel suo argomento, scenograficamente più chiaro e minimalista uscendo dagli schemi del luogo comune. Pieno di dettagli che ne formano e deformano il significato riuscendo ad avvicinare problemi sociali dai risvolti drammatici, all'isterismo, e all'horror meno convenzionale, lasciando un qualche indizio evidentemente onirico, quasi supponendo ad un intero sogno/incubo, o semplice immaginario.
il minimalismo, la città vuota, i calzini rosa, il continuo ricordo del cane, i soldati/gente che curiosano, come fosse un sogno in cui ci si concentra su ciò che è importante e si tralasciano i dettagli che stanno attorno. Personalmente mi ha dato l'impressione come se stesse vivendo quella situazione coniugale nella vita reale, ma che il film rappresenti un immaginario (sogno) negativo di come lui stia vivendo male la situazione.
La scena in cui abbandona il lavoro, la vedo in realtà (sempre solo supposizioni) come se fosse lui dinnanzi alla sua "coscienza vestita più stabile & responsabile". Il convincersi a prendere una decisione con se stessi, cioè pensare più alla famiglia che al lavoro facendo ciò che è giudizioso. (smettere di fumare ad esempio, devo imporlo a me stesso, alla mia coscienza) Scrivo " vestita più stabile & responsabile" perchè nel finale compare una parte della stessa coscienza, ma più colorita. Il suo amico con i calzini rosa a cui un tizio nell'ufficio fece riferimento, intesa come quella parte più instabile e istintiva, forse immatura, quasi illudendo che sia un po pagliaccio e poco rigido, lo vuole indurre nell'errore e allo stesso tempo braccare nel finale. Il male, i pensieri negativi che sembravano sconfitti dopo aver scoperto che era la moglie era pazza (meglio pazza e sola in un appartamento che invece lo tradisca con un altro) ritornano nel momento in cui vede sua moglie fare sesso con quell'essere, qualunque esso sia, lo distoglie dalla sue responsabilità, e da lì in poi è un'ennesima lotta contro il male, tentando di salvare la donna che "ama o meglio possiede". Il male prevale. Da qui il bambino che sente avvicinarsi la rinata negatività/irresponsabilità e si suicida (che scena!) con il padre che sembra strusciarsi sulla porta quasi in totale preda del suo istinto, in questo caso sessuale nei confronti della donna. Quest'ultima, la maestra, che inizialmente fu come la parte desiderata non di possessione, o sessuale, ma bensì dedicata al necessario amore per il suo bambino; la parte materna.
Insomma interpreto il film molto più contorto di quanto ho semplicemente scritto, anche perchè trovo impossibile dargli una spiegazione completa. Di fatto però lo vedo come se fosse tutto un "non reale". Chiamarlo sogno mi da l'impressione di un eufemismo fuori luogo; quel che ho visto è tanto peggio di un semplice incubo
Una miscela ben diretta, una lotta coscienziosa tra bene e male, che potrebbe anche far discutere su di un'interpretazione moderna dell'amore di coppia. Possession può piacere a chi cerca qualcosa di più raffinato e soprattutto di genere, avendo fortunatamente l'impossibilità di dargli una corretta e totale comprensione.