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POSSESSION regia di Andrzej Zulawski

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JOKER1926     7½ / 10  14/10/2015 01:34:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Andrzej Zulawski avviò il suo personalissimo percorso artistico negli anni settanta, fra tutti i suoi emblematici e particolari film diciamo che quello che più rende grande lo stesso regista corrisponde alla fatica del 1981, "Possession".

A detta tutta il lavoro in questione sarebbe fra tutti i prodotti di Zulawski anche quello più completo ove la chiarezza, o perlomeno la logica, segue una sua strada.
Per logica ovviamente intendiamo una logica "pazza" visto che la regia di Andrzej Zulawski non può offrire dei semplici attori e dei semplici personaggi. Il tutto è modificato, spesse volte amplificato e massacrato, grandissimo quindi il cast con Isabelle Adjani in una interpretazione che possiamo definire tranquillamente viscerale.

"Possession", come vuole lo stesso titolo, grava intorno alla possessione e quindi a tutti quei concetti che determinano l'irascibilità di un animo con tutta la sua vulnerabilità e anormalità. Una trama del genere già sarebbe un soddisfacente biglietto da visita, aggiungiamo poi che il tutto è messo nelle mani di un regista omologato per film complessi e assurdi, la nave a questo punto è condotta in porto.

Il film del 1981 resta incollocabile, non appartiene ovviamente ad alcun genere. La critica erroneamente e con bordate di superficialità lo fa cadere nella casta dell'horror; ma sarebbe da ingenui accettare questo film come semplice film di orrore. "Possession" infatti fa parte di quella strettissima cerchia di film che cade con tutta la propria corporeità nel metafisico; per non dilungarci e per non sbagliare soprattutto tale film lo etichettiamo come un drammatico d'autore.

Altro errore, a nostro avviso, sarebbe poi cercare l'impresa impossibile, talaltro, di "parafrasare" le dinamiche e la morale del film; con Zulawski è inutile. Al massimo è plausibile estrapolare, fin quanto è possibile, il senso approssimativo del film. Si tratterebbe (il condizionale è d'obbligo) di un film basato sul prolungamento delle anime, fra fede e caso. Inoltre riflettori puntati sulla disgressione dell'animo con tutte le sofferenze del caso: isterismo, follia.
Inoltre nell'alone degente della produzione zulawskiana traspare quel gioco psicologico creato dal regista ove la morte forse non è la fine ma solo una deviazione o seconda strada (alternativa). Le situazioni poi saranno perfezionate, o perlomeno adottate, da Lynch. E' facile infatti associare "Possession" a "Strade perdute". L'uomo risucchiato in scacchiere metafisiche ove la realtà appartiene all'irrealtà, ove i personaggi sono risucchiati dalla propria mente e i piani spazio/tempo si fregano a vicenda.

Il consiglio è di accettare "Possession" nella sua natura, arenare di buon grado le analisi narrative e di essere consci che il tutto si muove su una scena impazzita ma che qualcosa di concreto lascia.
Artisticamente da ricordare per sempre le recitazioni, le ambientazioni modernamente arcaiche e le atmosfere lontane dal quotidiano.
"Possession" dei film diversi è un altro imponente pilastro.