The Gaunt 6 / 10 30/10/2017 23:01:47 » Rispondi La ragazza nella nebbia presenta dai suoi presupposti una situazione piuttosto anomala: la figura del regista/sceneggiatore coincide pienamente con quella dello scrittore del romanzo, e non capita spesso. Anche se non ho letto il libro, immagino che l'adattamento non abbia stravolto le carte su narrazione e personaggi, o almeno penso che non ci sia stato un tradimento del regista nei confronti dello scrittore. Quello che Carrisi mette in scena in maniera ovviamente più seria, è stato preceduto a livello ciematografico da Capatonda in Omicidio all'italiana. la perversa connessione fra inquirenti e mass media diventa centrale a tutto il discorso, tanto che la trama gialla rimane sullo sfondo. E' una guerra di cinismo reciproco nella ricerca di un colpevole, che non necessariamente debba per forza essere il reale assassino. Un processo fuori dalle aule di tribunale in cui chi manipola può essere manipolato a sua volta, così come i rapporti di forza tra personaggi. E' un'indagine anche sulle varie sfaccettature del Male stesso, non solo dell'asssassino ma che è insito nei personaggi, per un motivo o per un altro. Come esordio alla regia non è da bocciare: diligente sebbene a volte poco incisivo. La sceneggiatura a volte si perde in dettagli e non mancano anche delle incongruenze che mi hanno lasciato perplesso. Una discreta prova di cast. Non mi ha convinto pienamente nel suo complesso, però dopotutto è un esordio.
Kater 12/11/2017 20:05:44 » Rispondi Io sono più buona, per me è un discreto intreccio. Per curiosità, quali incongruenze hai notato?
Mi è rimasta in mente la scena in cui il commissario batte le mani appena fuori l'abitazione dei genitori della ragazza. Facendolo attira la curiosità dei vicini che si affacciano da porte e finestre. Nella scena in cui la ragazza viene rapita il rapitore ed assassino chiama "micio, micio...." e perdipiù fischietta. Tutto questo succede appena fuori il cancelletto dell'abitazione della ragazza, pressapoco alla stessa altezza di quando il commissario ha battuto le mani. Strano che non abbia sentito nessuno, considerando che era sera, non c'era anima viva o rumori tali da coprire il tutto. La cosa ancora più strana è che se non ci fosse stata la scena del battere le mani, tale incongruenza nemmeno si sarebbe notata. E' come se, mettendo quella scena, Carrisi avesse paradossalmente creato le condizioni di quella che mi sembra un'incongruenza. Poi non è nemmeno una semplice sequenza di passaggio, è abbastanza enfatizzata. Non saprei, mi ha lasciato spiazzato.
Mhmmm, no, a quella non ho pensato, anche perchè mi pareva che lei uscisse di casa al mattino presto, non alla sera... sbaglio? Io invece ho trovato "eccessivo" il finale, il colpo di scena di Renò mi è parso di troppo, bastava quello del professore che non è male, soprattutto nelle motivazioni. Voler mettere pure lo svelamento dell'effettivo Uomo della nebbia in pensione mi è sembrato strafare, aggiungere una "inutile" complessità che infatti pare abbia creato casino.
No, esce di sera o almeno a pomeriggio molto inoltrato quando il sole è già bello che tramontato. Posso sbagliare ma forse proprio la scelta di Renò che un po' fotte il tutto. Forse è stato ingaggiato per motivi di coproduzione, però un ruolo di solo ascolttore del resoconto del commissario mi sembrava un po' scarso per un attore di grido come Renò. Se la scelta fosse caduta su un nome meno noto probabilmente era meglio. Avendo Renò nel cast lo immagini che il suo ruolo possa andare oltre l'apparenza di bonario medico di paese.