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BIRDCAGE INN regia di Kim ki-duk

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elio91     8 / 10  16/07/2011 15:45:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sempre l'eccezionale poetica di Kim ki-Duk e la sua grande sensibilità riescono a rendere ogni suo lavoro,anche il meno riuscito,un viaggio interiore pieno di domande ed estremamente personale.

In questo Birdcage Inn c'è tutto il Kim ki-Duk migliore; l'ennesima dimostrazione che nel suo cinema convivono profondamente amore e dolore,inimicizia ed amicizia,distacco e vicinanza,come nella vita d'altronde.
Ma è anche uno dei suoi film più umani e meno crudeli,alla fine. Solo alla fine però,perché per tutta la durata di questo viaggio introspettivo di cambiamento c'è grande crudezza nel raccontare di una giovane prostituta sfruttata da tutto e tutti,anche e soprattutto da quella che poi dovrebbe essere la sua nuova famiglia. Sfruttata sessualmente,ritenuta come un oggetto dal suo pappone,umiliata: il regista coreano riprende non per la prima volta (e neanche per l'ultima) la metafora di un essere umano a cui tutti sono aggrappati come parassiti,piena di voglia di liberarsi in un grande oceano e di essere finalmente libera come quel pesce nell'acqua,al momento giusto liberato. Ma Jin-Ah la sua libertà se la conquista dopo tanta sofferenza e riesce a trovare un punto di contatto anche con chi sembra odiarla più di tutti.
Difatti la diffidenza nasce dalla non conoscenza,mentre le due ragazze solo apparentemente lontanissime sono vicine,immagnii speculari l'una dell'altra; separate da una finestra o una barriera tutt'altro che insuperabile,quasi in un gioco beffardo dove l'inseguitrice diventa inseguita...
Il tono lirico di molte scene raggiunge,come sempre col regista coreano,il momento emotivo più grandioso nel finale pieno di simbolismi: il basso dell'azione degradante viene inserito in un momento onirico e di grande dolcezza,il sacrificio più grande si compie per ripagare un'amicizia appena nata tra tante sofferenze...

Ma al cinema di questo regista tante parole non rendono giustizia. Meglio abbandonarsi come sempre alle sensazioni molteplici del suo stile profondo e sofferto pieno di sfaccettature,dove le parole hanno un significato solo se inserite in tutto un contesto di emozioni derivate dalla potenza dell'immagine e della sensazione. Dei suoi primi tre film questo è di certo il migliore anche perché Wild Animals è un passo falso.